Ddl Zan, Vendola attacca Renzi: «Balli coi lupi». E lui: «Senza di me non ci sarebbero le unioni gay»
Non lo dice, ma lo pensa. Del resto, un ego smisurato come quello di Matteo Renzi impiega meno di un secondo a riflettersi nello specchio di Lorenzo il Magnifico. E, proprio come il suo illustre concittadino, sentirsi ago della bilancia della politica italiana. Da Rottamatore a facilitatore. Ironie a parte, a nessuno può sfuggire che l’ex-premier stia aggiornando la propria strategia nel tentativo di uscire dalla fase della sopravvivenza, per altro assai stentata come dimostrano i sondaggi. Il leader dem che da ex-popolare portò il Pd nella casa dei socialisti europei, ora guarda soprattutto al centro. A quell’interstizio tra confinanti di destra (Forza Italia) e sinistra (Azione) che in cui suo conta di trasformare in una nuova prateria. È il motivo per cui invoca «buonsenso» al Senato, dove oggi inizia la discussione sul ddl Zan.
Renzi ospite di Agorà Estate
«Siamo a un passo dal portare a casa il risultato», assicura dagli studi di Agorà Estate. E aggiunge: «Ci sono due avversari: da un lato la destra che fa ostruzionismo e dall’altro una parte della sinistra che vive di ideologismo». Al centro – sottinteso – c’è il buonsenso, cioè Renzi stesso. Apposta dispensa consigli a destra e a manca. «Alla Lega dico di non fare passi indietro e dico a certa sinistra di non rincorrere le bandierine». Nel frattempo, incrocia la lama con Nichi Vendola. «Io ballo con i lupi? Se gli omosessuali possono sposarsi – rivendica – lo devono a noi. Le unioni civili ci sono grazie a un compromesso. Se non c’erano Verdini e Alfano ancora aspettavamo Di Maio». Quindi, la stoccata: «A Vendola ricordo che nel suo partito c’è Fassina, che mi pare abbia più dubbi di tutti noi».
«Dal centrodestra mi divide la flat tax»
Ammiccante, ma con giudizio si rivela invece Renzi sui referendum sulla giustizia predisposti dai Radicali e sostenuti a spada tratta dalla Lega. La campagna per la raccolta firme è già partita, ma lui sta ancora meditando. «Il fatto che sia un referendum portato avanti dai Radicali mi porta a dire che è un referendum interessante». E il fatto che lui dimentichi di citare Salvini è quanto mai sospetto. Tra i due Matteo c’è infatti quanto meno una convergenza d’interessi. Ma Renzi sceglie il fisco per apparire equidistante. «Se loro (la destra, ndr) dicono flat tax, no. Così come dico “no” anche Letta «se dice “alziamo le tasse”». La battuta finale è tutta per Conte. «Non ho niente contro di lui, lo trovo benissimo a occuparsi degli statuti del M5S. Quando però c’è da parlare con Biden – conclude – sono più tranquillo se ci va Draghi».