Decreti, l’altolà di Mattarella: «Troppe norme fuori tema. O si cambia o dovrò bocciarle»
Sui decreti si è passato il segno e d’ora in poi bisognerà valutarne attentamente i testi pena «l’eventuale ricorso all’articolo 74» della Costituzione. Firmato: Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato sceglie il giorno del suo 80esimo compleanno per avvertire i presidenti di Camera e Senato che da oggi «leggi caratterizzate da gravi anomalie» corrono il serio rischio di essere bocciate dal Quirinale. Un vero e proprio altolà a governo e Parlamento accompagnato dalla pressante sollecitazione a rivedere in profondità la malsana prassi dei provvedimenti omnibus, decreti – cioè – in cui spesso il titolo corrisponde solo in parte al suo contenuto.
Mattarella scrive ai presidenti delle Camere
Nella sua lettera il Presidente ne ha citati tre. Sono tutti contenuti nel Sostegni-bis legato all’emergenza Covid e che ben evidenziano le anomalie «per finalità e materia» sollevate da Mattarella. Riguardano un «contributo al settore dei treni storici delle Ferrovie dello Stato», un intervento sulla riorganizzazione del sistema camerale siciliano e, infine, norme «per l’autonomia dell’Istituto nazionale di Geofisica». Che cosa c’entrino con la pandemia e con il contrasto al virus resta un mistero. Da qui la puntigliosa lettera del Quirinale che, tradotta dal linguaggio istituzionale, significa essenzialmente che bisogna modificare il modo di fare le leggi. Ne va della loro comprensione.
Il caso del Sostegni-bis
Basti pensare che il già citato decreto Sostegni-bis contiene 393 commi («aggiuntivi ed estranei», ha rilevato Mattarella) oltre i 479 originari. La palla ora passa ai presidenti Roberto Fico ed Elisabetta Casellati. Spetta a loro sorvegliare i lavori parlamentari (la responsabilità del premier Draghi è di riflesso) ed impedire la crescita a dismisura di leggi e decreti. Ma c’è anche un significato politico sotteso alla clamorosa iniziativa presidenziale. Il 3 agosto comincia infatti il semestre bianco, periodo in cui il Capo dello Stato perde il potere di sciogliere le Camere. In pratica, è l’ultima curva del settennato. Mettendo nero su bianco la propria indisponibilità a controfirmare atti gravati da così evidenti anomalie, Mattarella avverte tutti i protagonisti istituzionali che la guardia del Quirinale resta alta. Un motivo in più per pensare che (forse) non si sente ancora all’ultima curva.