Feltri punge Sallusti: sulla Meloni sbaglia. Giorgia deve parlare con i giornaloni, non solo con la destra
In un editoriale su Libero, Vittorio Feltri spiega ai suoi lettori perché ha scelto di iscriversi a Fratelli d’Italia e di candidarsi come capolista a Milano. “Confesso ai lettori di Libero – scrive – di avere sempre avuto una spiccata simpatia e ammirazione per Giorgia Meloni, della quale sono diventato un sostenitore. Lei è brava, condivido le sue opinioni improntate a coerenza e sincerità. Pertanto non ho resistito alla tentazione di accettare la sua offerta che mi lusinga e mi onora. Non ci sono retroscena da raccontare, mi limito a dire che spero di essere utile alla causa procurando qualche voto in più all’unica destra democratica italiana capace di sedurre i cittadini del Nord e del Sud”.
E così continua: “Noi di FdI non vogliamo cambiare il mondo né l’umanità, speriamo soltanto di rendere vivibile questo nostro Paese bloccato dal conformismo della sinistra più insulsa del mondo. Il nostro pensiero è rivolto alle masse, e siccome il nostro partito al momento è il primo della patria siamo convinti di poter contare molto ai fini di un cambiamento sostanziale della società. Non mi sono mai montato la testa, figuriamoci se me la monto ora che sono solo in lista e non in vista. Spero di non avervi annoiato”.
In un’intervista al Corriere Feltri racconta che ci ha pensato qualche secondo prima di accettare la candidatura, sollecitata da Daniela Santanchè. E afferma che Berlusconi, che in passato le aveva offerto una candidatura, se ne farà una ragione: «Silvio Berlusconi se ne farà una ragione. Normale che preferisca Giorgia a Tajani, anche se è stato con me al Giornale: era capo della redazione romana». Il Cavaliere lo aveva corteggiato per una candidatura nel 1996: «Nel 1996 mi propose di correre. Gli dissi che non si guadagna niente e si hanno un sacco di grane. Poi si candidò Gabriele Albertini. Non gli davo due lire, ma ha cambiato il modo di pensare della città».
Non nega di essere rimasto folgorato sulla via di Giorgia Meloni: «Per Giorgia ho più di una simpatia, le voglio bene. Ma lo vede chiunque che in termini politici ha una marcia in più». Su Beppe Sala il giudizio è drastico: «Con Expo è stato bravissimo. Poi ha deciso di rincorrere le mode della sinistra». Tipo? «Le piste ciclabili hanno paralizzato la città. Le zanzare a rotelle, i monopattini, sono dei mostri. Io continuo a girare in macchina: occuparsi di viabilità non significa fare ostruzionismo».
Infine, una punzecchiatura a Alessandro Sallusti, per il quale Giorgia Meloni sbaglia a dialogare con il Corriere, troppo chiuso nei suoi pregiudizi anti-destra: «Sbaglia Sallusti, Giorgia deve parlare con i giornaloni. I politici devono parlare con tutti».