Giustizia, Conte prova a fare il duro, ma Draghi gli concede solo un contentino e blinda la riforma

19 Lug 2021 19:02 - di Ginevra Sorrentino
incontro Conte Draghi

Una considerazione a monte dell’incontro. Una riflessione sullo stato della democrazia. E un riassunto del quadro politico, quello del vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, che la dice lunga sul vertice a due di questa mattina tra il premier Mario Draghi e il suo predecessore a Palazzo Chigi, Giuseppe Conte. Una considerazione che va oltre le motivazioni e le reazioni che hanno giustificato l’ora di colloquio intercorso tra i due, e che porta Rampelli a commentare: «Il presidente del Consiglio Mario Draghi che incontra l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte è la rappresentazione plastica della nostra democrazia. Due nominati, privi di voti popolari, discutono. Ragionano. Si confrontano sui destini dell’Italia e degli italiani. Senza che gli italiani abbiano mai espresso un consenso per far loro esercitare questa delega».

Conte da Draghi: sulla giustizia si risolve tutto in un contentino

Ma, aggiunge l’esponente di FdI, «la democrazia è delega per eccellenza. Parlamentare o diretta che sia, dovrebbe obbligatoriamente prevedere il passaggio elettorale». Una sottolineatura che i proseliti del rito governativo si sono guardati bene dal rilanciare. E su cui, nella sua dichiarazione, Rampelli chiosa: «All’incontro mancava solo il professor Mario Monti per essere trasformato nel capitombolo della sovranità popolare»… Un’occasione di sfoggio dell’autorevolezza, quella rappresentata dall’incontro di oggi, che alla fine si è risolta con Conte che prova a dimostrare la sua esistenza in vita (politica) come fatto nel video messaggio di sabato, in cui ammoniva il premier a non toccare le sue riforme. Salvo mettere in discussione quella sulla giustizia tanto dibattuta e voluta da Bruxelles. E con Draghi disponibile nei confronti del suo predecessore tutt’al più a qualche aggiustamento. Un contentino insomma. Del resto di fiducia, assicura Conte al temine dell’incontro con Draghi, non si è parlato: bensì «Di eventuali interventi che possano migliorare il testo».

Giustizia, Conte da Draghi: il leader M5S vuole intervenire e modificare il testo

Tre quarti d’ora di colloquio che, sostanzialmente, ribadiscono le posizioni dei due interlocutori, in una Roma rovente dove dal mattino era attesa pioggia e invece è il sole ad aver la meglio. Giuseppe Conte torna a Palazzo Chigi in auto, dall’ingresso secondario, per la prima volta come leader del M5S. Dopo 45 minuti di confronto col premier Mario Draghi, arriva in piazza Colonna dai giornalisti. La stessa piazza dalla quale, nel febbraio scorso, col banchetto attrezzato dal fedelissimo Rocco Casalino, l’ex premier aveva annunciato la sua ascesa nel Movimento con quel «io ci sono e ci sarò». E, soprattutto, vuole dimostrare di esserci…E, soprattutto, vuole dire la sua – e quella dei grillini in pressing – sulla riforma della giustizia. Rispetto la quale Conte torna a chiedere miglioramenti, ben consapevole che eventuali affondi potrebbero mettere in discussione la tenuta dell’esecutivo da qui in avanti.

Ma il premier blinda la riforma e concede solo “miglioramenti tecnici”

E così da Palazzo Chigi trapela che sì, qualche aggiustamento tecnico ci sarà – come peraltro già previsto nel tumultuoso Cdm che due settimane fa ha dato il disco verde alla riforma Cartabia – ma senza stravolgimenti del testo. La riforma resta pressoché blindata. Anche perché, viene osservato, dare spazio a modifiche significative vorrebbe dire aprire un nuovo fronte tra gli alleati di governo, con Fi e Lega pronti a sollevare gli scudi. Tant’è che, mentre Conte è atteso a Palazzo Chigi, Matteo Salvini puntella la riforma: «Per quello che riguarda la Lega non si tocca neanche una virgola», mette in chiaro il leader del Carroccio.

Riforma della giustizia, grillini in pressing su Conte: pronti a scendere in piazza mercoledì

D’altro canto, i tempi stringono. Bruxelles ci osserva. Ma qualche modifica, per superare il terremoto che la riforma ha generato all’interno del Movimento, con gli attivisti pronti a scendere in piazza mercoledì prossimo, dovrà esserci. Draghi deve far quadrare il cerchio e tornare i conti. E potrebbe ad esempio passare, osserva un ministro di peso all’Adnkronos, da un’estensione della lista dei reati per cui sono previsti tempi processuali più lunghi, come ottenuto dal Movimento per corruzione e concussione. Del resto di fiducia, assicura Conte al temine dell’incontro con Draghi, non si è parlato. Ma di migliorie sì. Insomma: di contentini…

Conte e la promessa di una collaborazione “guardinga”

Di contro, spiega il leader in pectore dei 5 Stelle, al premier «ho assicurato un contributo attento e costruttivo del M5S. Il Movimento si era già distinto e aveva lavorato per l’accelerazione dei processi. E anche in Parlamento darà un contributo per migliorare e velocizzare i processi. Ma a Draghi ho ribadito che saremo molto vigili nello scongiurare che non si creino soglie di impunità». Insomma, una collaborazione guardinga, quella garantita da Conte. Che, un po’ per tornare a sventolare la medaglietta del giustizialismo grillino. Un po’ per arginare il rischio di disarcionamenti in corso. In parte per sfoderare i cavalli di battaglia degli attivisti pentastellati più recalcitranti, Conte prova a inserirsi nella partita.

Conte balla ricerca di un punto di caduta onorevole

Ma le carte, chiarisce con placida fermezza il premier, restano in mano al banco. L’avvocato del popolo, al massimo, potrà provare a strappare qualche centimetro all’irremovibile Draghi. Al quale Conte, non a caso, ricorda quanto alla tempistica che: «Al governo stanno a cuore tempi molto rapidi nell’approvazione. Ma c’è una dialettica parlamentare ed è giusto si sviluppi»…Una dialettica strettamente connessa al piano di rilancio del M5S annunciato da Conte. E che passa anche dall’approvazione di una riforma che a molti, nel Movimento, è suonata come uno schiaffo. E contro la quale aveva manifestato malcontento lo stesso ex premier nelle ore immediatamente successive al via libera del Cdm al testo Cartabia. Starà a Conte ora trovare un punto di caduta onorevole, che non crei tumulti nel governo. Ma neppure sconfessi la linea grillina sulla giustizia. Insomma, una impresa ardua. Il primo, inclinatissimo, banco di prova da leader del M5S...

 

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