“Green pass” obbligatorio, la Meloni a muso duro contro Draghi: «Da lui parole di terrore»
«Parole di terrore». Dal suo profilo Facebook Giorgia Meloni marchia a fuoco le parole pronunciate ieri conferenza stampa da Mario Draghi. Ne considera la «cosa più inquietante» l’aver spacciato per un«invito a morire» la richiesta di maggiori chiarimenti sui vaccini. «I numeri – rileva la leader di FdI – sembrano non contare più». Ha ragione visto che ci dicono che le terapie intensive sono stabilmente sotto controllo. «Ciò nonostante – aggiunge -, il Green Pass è diventato il nuovo mantra da imporre. Il resto non conta». Più che scontato, quindi che la Meloni metta a confronto l’ansiogeno attivismo del governo italiano con quanto accade nel resto del mondo. E chiede: «I Paesi europei che sconsigliano il vaccino a bambini e adolescenti, stanno quindi invitando la popolazione a morire?».
Così Giorgia Meloni su Fb
Domanda legittima. Perché rende esattamente il senso delle «parole di terrore» del premier. Ancor più legittima quella che segue: «Draghi sta quindi dicendo che sono condannati a morte coloro che non possono vaccinarsi, come chi affronta radio e chemioterapia?». La Meloni incalza il governo anche sulla reale efficacia anti-contagio del Green pass. «Draghi è sicuro quando afferma che i suoi possessori avranno la garanzia di non ritrovarsi tra persone contagiose?». In effetti, dati scientifici a sostegno di questa tesi non sembrano esservi. Tanto più che i destinatari delle strette – si trattasse di Conte o di Draghi – sono sempre gli stessi. Ora come un anno fa, ad esempio, nulla si sta facendo per contenere il virus nei settori di trasporto pubblico e scuola.
«La nostra è una battaglia di libertà»
«Se a settembre i contagi saranno aumentati nonostante un obbligo vaccinale di fatto, con chi se la dovranno prendere gli italiani. E in particolare gli imprenditori e i lavoratori che avranno pagato per queste misure inefficaci?», chiede ancora la Meloni. A pagare, ricorda, sono sempre gli stessi: «Bar, ristoranti, discoteche, il settore dello sport, della cultura e dello spettacolo». Al contrario, «a beneficiarne sono sempre i soliti noti». «Sembra quasi – rileva ancora- che il problema per Palazzo Chigi non sia più il virus, ma le attività». Per la Meloni, quella che si combatte sull’obbligo vaccinale è una battaglia di libertà. «Sottolineare l’incapacità nella gestione della pandemia – rivendica – non significa essere novax o andare contro la campagna vaccinale, che ritengo sia fondamentale se fatta con trasparenza e serietà». Quel che la Meloni giudica «non accettabile» è costringere «subdolamente» i cittadini a vaccinarsi, «pena l’esclusione dalla vita sociale». E conclude: «Questa non è libertà».