Green pass, si inizia: Sterilgarda pronta a lasciare senza stipendio i dipendenti che non lo hanno
Un cambio di mansioni e, dove questo non fosse possibile, la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. È quello che rischiano i lavoratori della Sterilgarda senza Green pass, in base a quanto comunicato nelle scorse ore dall’azienda. «È convinzione della società che gli strumenti di contenimento della pandemia, in primis i vaccini, siano e saranno fondamentali per evitare la reintroduzione di misure restrittive. Tutelare l’azienda dai rischi biologici rientra tra gli obblighi del datore in tema di sicurezza sul posto di lavoro», si legge nella lettera inviata dalla società ai 350 dipendenti e ai fornitori e subito diventata pubblica.
La linea dura di Sterilgarda sul Green pass
La decisione, che si inserisce nel solco dell’idea lanciata qualche giorno fa da Confindustria, sta facendo discutere moltissimo, con minacce di boicottaggio da un lato e applausi dall’altro, e ha fatto entrare l’hashtag Sterilgarda in tendenza su Twitter. Insomma, il caso è diventato subito lo specchio del dibattito in atto nel Paese. Con il governo tentato dall’opzione.
Sileri: «Una soluzione da valutare con attenzione»
«È una soluzione da tenere nel cassetto, da valutare con attenzione», ha detto il sottosegretario alla Salute, Pier Paolo Sileri, parlando della possibilità dell’obbligo di Green pass nelle aziende. «Ma – ha tentato di mitigare Sileri – sto col segretario della Cgil Landini quando afferma che nessuno comunque dovrà perdere il lavoro. Dovranno essere scelte bilaterali, cioè – ha proseguito il sottosegretario – non imposte senza dialogo dalle imprese».
L’azienda: «Vogliamo tutelare diritto al lavoro e alla salute»
La stessa Sterilgarda prima di inviare la lettera ha aperto un tavolo con il sindacato per cercare una soluzione che tenesse insieme tutte le esigenze. Nella comunicazione l’azienda ha avvertito dipendenti e fornitori che saranno possibili cambi di mansioni per «escludere rischi di contagio per contatti con altri dipendenti». Qualora una nuova destinazione non fosse possibile, invece, il lavoratore non potrà accedere in azienda «con sospensione della retribuzione sino alla ripresa dell’attività lavorativa». L’azienda ha quindi chiarito che sono in atto valutazioni su come «salvaguardare il diritto al lavoro e il diritto alla salute, che sono diritti di tutti». «Non è detto che si debba effettivamente arrivare alla sospensione dal lavoro, ma è una delle opzioni sul tavolo e che verranno prese in considerazione prima di settembre, alla ripresa del lavoro dopo le ferie», sono state le parole di un legale dell’azienda, riportate dal Corriere della Sera.