Lombardia, consigliere 5S su Fb: «La riforma Cartabia favorisce i boss. Chi sono i mandanti?»
“Te la do io la Cartabia“. Ci fosse ancora un Beppe Grillo dei tempi eroici, un post come quello che più sotto leggerete gli avrebbe certamente ispirato uno sketch micidiale dei suoi. Ma al posto del comico ruggente c’è oggi un simil-leader annoiato e rancoroso. E che di certo non mancherà di sfogare la propria frustrazione politica su Luigi Piccirillo, non esattamente un carneade nella nomenclatura 5Stelle dal momento che è un consigliere regionale della Lombardia. Il post che ha vergato in prima persona sul proprio profilo Facebook andrebbe custodito come un monile di Cleopatra e mostrarlo ai posteri quando sarà per far capire di quale creta fosse impastata la genia pentastellata.
Luigi Piccirillo: «Urge un’inchiesta»
Che cosa c’è scritto? Beh, forse non ci crederete ma questo campione delle istituzioni ha chiesto «una commissione d’inchiesta sulla condotta del ministro Cartabia» sulla base di un sillogismo più figlio di Toninelli che di Aristotele. Il ragionamento (diciamo così) è semplice: poiché «i migliori magistrati hanno già dichiarato quanto la proposta Cartabia favorisca il sistema mafioso (…), chi sono i mandanti della ministra?». Che vi dicevo? Non fa una grinza. Certo, ognuno è libero di far ridere come vuole. Soprattutto tra i 5Stelle, dove il vuoto – comico, più che cosmico – lasciato da Grillo è pressoché incolmabile.
«Il ddl Cartabia è un favore alla mafia»
Peccato solo che analoga curiosità non abbia assalito il consigliere regionale quando il ministro Bonafede promise il Dap a Nino Di Matteo per affidarlo all’indomani a Francesco Basentini. Era solo un anno fa. A quell’epoca Piccirillo doveva già essere nato mentre è indubbio che Fb imperversava alla grande. È chiaro come il sole che allora gli parve tutto regolare e il Guardasigilli – nomen omen – in perfetta buona fede. Non così la Cartabia, in cui il nostro campione intravede un’emissaria dei boss incaricata di trasformare in riforma i loro pizzini. Roba da leccarsi i baffi. Almeno per Marco Travaglio che mai pensava di trovare così autorevole conferma dei propri sospetti. Non vediamo l’ora di leggere domani il titolo del suo Fatto Quotidiano. Nell’attesa gliene suggeriamo noi uno: «È Piccirillo, ma la spara grossa». Che dite, gli piacerà?