Il fisco guarderà quanto abbiamo sui conti correnti, la Meloni s’infuria: “No agli spioni”
“Il Governo vuole autorizzare l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a effettuare un accesso massivo all’Anagrafe dei rapporti finanziari, per vedere in tempo reale la giacenza sui conti correnti ed effettuare i pignoramenti”, denuncia su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Nelle ore in cui infuria la polemica tuttta interna alla maggioranza sulla giustizia e sul Green pass, è sul fronte fiscale che potrebbe arrivare la doccia fredda per gli italiani.
Un articolo del “Messaggero” allarma la Meloni
“Il fisco vuole attingere direttamente dai conti correnti degli italiani. Un meccanismo che viola la privacy di milioni di contribuenti. Spiare i cittadini sembra essere l’obiettivo numero uno del Governo Draghi, che fa registrare l’ennesimo salto di qualità verso il Grande Fratello fiscale. Fratelli d’Italia si opporrà in ogni sede contro questo progetto illiberale“, aggiunge la leader di FdI, che da riferimento a notizie di stampa, in particolare a un articolo uscito oggi sul “Messaggero” che svela i piani di “spionaggio” dei conti correnti da parte dello Stato.
Il fisco che vuole spiare i conti correnti
“Il ministero dell’Economia ha messo nero su bianco una proposta di riforma della riscossione coattiva per provare a scalare la montagna dell’arretrato, buona parte del quale, ammette lo stesso ministero, è ormai da considerare inesigibile. Una delle proposte è rendere maggiormente incisivi gli strumenti che sono a disposizione del Fisco, a cominciare da un uso più incisivo delle banche dati sui conti correnti per effettuare dei pignoramenti mirati ai debitori del Fisco”, scrive il “Messaggero“. Secondo il quotidiano, in un documento del ministero si parlerebbe della necessità di analizzare i conti correnti in quanto “buona parte dei pignoramenti non raggiunge alcun risultato, perché i conti correnti dei debitori sottoposti a pignoramento non sono capienti o, addirittura, non hanno un saldo attivo”. Il fisco, dunque, potrebbe effettuare un accesso massivo all’Anagrafe dei rapporti finanziari, in modo da verificare in anticipo, evitando attività manuali, quali dei soggetti iscritti a ruolo (18 milioni in tutto) siano intestatari di rapporti finanziari capienti per procedere ai conseguenti pignoramenti”.
Scandagliare i conti di tutti, dunque, per beccare i pochi che evadono e che svuotano i conti su cui lo Stato va a pignorare. “Il Fisco, insomma, vorrebbe essere autorizzato a un accesso immediato ai conti correnti di 18 milioni di debitori, per pignorare quanto dovuto per le cartelle”, conclude il giornale.