Il libro della Meloni è primo da 8 settimane, nelle città in cui lo presenta c’è sempre il tutto esaurito
Il libro di Giorgia Meloni si conferma un caso editoriale: mai nessun politico italiano aveva venduto così tante copie. Primo assoluto nella classifica della saggistica da 8 settimane e in testa in quella generale per oltre un mese; 169.000 copie distribuite nelle librerie italiane e 13 edizioni: sono numeri da record quelli fatti registrare da “Io Sono Giorgia” edito da Rizzoli e uscito lo scorso 11 maggio. Stando ai numeri del settore il volume scritto dal presidente di Fratelli d’Italia si attesterebbe quale libro più venduto di un politico italiano di sempre.
Le presentazioni del libro nelle piazze italiane fanno il tutto esaurito
In poco più di 60 giorni Io sono Giorgia è un successo nelle librerie ma anche nelle piazze, dove le presentazioni in importanti città italiane stanno facendo registrare il tutto esaurito. Il calendario delle presentazioni prevede domani alle 17 il presidente di Fratelli d’Italia al porto turistico di Pescara mentre venerdì 16 luglio al “Campo Coni” di Latina, il 20 luglio la presentazione avverrà a Roma.
L’incremento dei consensi per FdI certificato dai sondaggi
Al successo del libro si accompagna un costante incremento di consensi secondo i sondaggi. Continua infatti l’avanzata di Fratelli d’Italia che nell’ultima settimana guadagna lo 0,3% e diventa il primo partito italiano al 20,8%. E’ quanto emerge dalla rilevazione settimanale Radar Swg sulle intenzioni di voto degli italiani al 12 luglio 2021. Il partito di Giorgia Meloni supera la Lega che si attesta al 20,2%, perdendo in sette giorni lo 0,4%.
Recovery Plan, Meloni: risorse insufficienti per la sanità
Oggi la leader di Fratelli d’Italia ha partecipato a un incontro su Recovery Plan e sanità. E ha criticato le scarse risorse stanziate pe run settore messo a dura prova dal Covid. “Le risorse del Recovery plan raccontate come una pioggia di soldi è un racconto falsato. Ci sono tempi di erogazione lunghi rispetto alle difficoltà con cui ci confrontiamo. I soldi non pioveranno e i risultati si vedono nel medio e lungo periodo”.
“Le risorse del Recovery plan per la Sanità – ha continuato – sono insufficienti. I 20mld complessivi, se consideriamo l’impatto del Covid sulla Sanità e i tagli degli ultimi 10 anni, il doppio del Pnnr, sono assolutamente insufficienti”. “Il Pnnr – ha concluso – fa nei confronti della Sanità il minimo sindacale, mi pare ci siamo girati dall’altra parte”.