“Italiani maiali da sgozzare”: arrestato un marocchino seguace dell’Isis per proselitismo

5 Lug 2021 16:40 - di Redazione

“Italiani maiali da uccidere tagliandogli la gola”. È  stato arrestato per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo Raduan Lafsahi. Trentacinque anni, di origina marocchina, era già detenuto nel carcere calabrese di Paola. Dove si è dichiarato un “terrorista legato all’Isis” e ha sobillato o detenuti a lottare contro l’Occidente. E ad aggredire gli agenti per “destabilizzare l’ordine” dietro le sbarre.

Terrorismo islamico, arrestato un marocchino dell’Isis

A emettere l’ordinanza cautelare sono stati i pm di Milano Alberto Nobili e Alessandro Gobbis. L’indagine è nata gennaio 2019 da personale della penitenziaria di Palermo. Dove l’uomo, che ha girato molti carceri della Penisola, era detenuto. E sosteneva di “essere un terrorista legato alla più nota cellula dell’Isis”. E  che gli italiani erano dei maiali. “Che li avrebbe uccisi tagliandogli la gola, cavandogli gli occhi e facendo la guerra”.

Minacciava attentati: sono musulmano e odio tutti i cristiani

Nel suo via vai dalle carceri della Penisola – circa una decina – emerge la descrizione di un uomo “capace col suo carisma di impartire ordini e incitare a comportamenti destabilizzanti” gli altri detenuti. Tra le frasi contestate l’invito agli agenti ad entrare in cella “e vi faccio vedere io come reagisce un musulmano. Io sono un musulmano e odio tutti i cristiani”.

Il battesimo terrorista nel carcere di Como

Il 35enne di origine marocchina – che avrebbe iniziato la sua partecipazione terroristica nel carcere di Como – vantava l’appoggio di cugini a Milano e in Brianza. E in più conversazioni avrebbe ipotizzato possibili azioni esaltando gli attentati più noti dalle Torri Gemelle a Charlie Hebdo.  Per il giudice di Milano Daniela Cardamone, l’uomo “in più occasioni ha dimostrato la propria appartenenza ideologica all’associazione terroristica Isis. E ha dato prova di seguirne i dettami istigando gli altri detenuti alla commissione di atti di violenza volti a destabilizzare la disciplina e l’ordine carcerario“.

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