La Raggi a caccia di voti antifascisti. Su Twitter esulta per lo sgombero “a breve” di CasaPound
La crociata antifascista contro CasaPound è un toccasana. Una preziosa medaglia da appuntarsi. Specie se ti chiami Virginia Raggi, hai condotto la Capitale sul baratro, sei a corto di consensi e il tuo partito (che non ti vuole) è in stato di agonia.
La Raggi cerca voti attaccando CasaPound
“Appena terminata riunione in Prefettura. Battaglia vinta. A breve bellissime novità per Roma. AvantiConCoRAGGIo’’. Così la sindaca grillina in un tweet grondante pathos. Le novità bellissime, annunciate con enfasi trionfante, sarebbero, pensate un po’, lo sgombero ‘a breve’ dello stabile di via Napoleone III occupato da CasaPound. Nel quale vivono una ventina di famiglie in emergenza abitativa. Un’assoluta priorità per i romani che non aspettano altro. La cacciata dei neri dall’edificio di proprietà del demanio è un chiodo fisso della prima cittadina pentastellata. Un autentico pallino. Sventolato per strizzare l’0cchio all’estrema sinistra della città. E costruirsi una immagine da barricadera di chi è cresciuto a pane e antifascismo. Più tardi su Facebook chiarisce il cinguettìo. “Presto Casapound sarà sgomberata dal palazzo che da anni occupa abusivamente. In pieno centro a Roma. Lo avevo detto anni fa, ed ora finalmente ci siamo. Il palazzo di via Napoleone III, a due passi dalla stazione Termini, dovrà essere liberato a breve”. E aggiunge gongolante che il Comune di Roma di aver presentato proposte al Demanio per acquistare gli spazi.
La sindaca: “A breve bellissime novità per Roma…”
La gioia incontenibile da condividere sui social viene dall’esito di una riunione con il prefetto della Capitale Matteo Piantedosi. Nella quale si sarebbe deciso il colpo di grazia per l’associazione di destra. Che da anni ha sede nello storico edificio nel rione Esquilino. Obiettivo centrato: c’è da brindare. Del resto la cacciata del movimento tartarughino da via Napoleone III era una priorità della sua amministrazione. “L’immobile di CasaPound è di fatto occupato dal 2003 e si deve procedere alla sgombero”, ripeteva la Raggi a ogni occasione utile. “Nel frattempo ciò che è evidente è che né il Demanio né il Miur sono interessati a questo immobile. Mentre posso dire che il Comune di Roma è molto interessato. E quindi l’idea è quella di poterlo prendere noi in carico e trasformarlo in un edificio di case popolari”. Così in una diretta Facebook dello scorso febbraio.
La cacciata da via Napoleone III una ‘priorità’ del Campidoglio
Ma che brava. I romani, in balìa della criminalità e dello spaccio, sommersi dai rifiuti, stressati dal traffico, mortificati per l’immagine della capitale nel mondo non aspettano altro. L’immobile di via Napoleone III è di proprietà del Demanio. Che diversi anni fa lo aveva concesso, fino al 2003, al ministero dell’Istruzione. Da allora l’edificio è occupato. A settembre dello scorso anno, la sindaca Raggi, annunciando di volersi ricandidare, era tornata ancora una volta sull’argomento. Di più. Aveva accusato il Pd di non essere sceso in strada, al suo fianco, durante un sopralluogo. “Chi è illegale, è illegale”, la politica non c’entra. Peccato che i bravi ragazzi dei Centri sociali occupino decine e decine di stabili indisturbati.
Nessun problema di sicurezza né ordine pubblico
Per la cronaca sula base di criteri oggettivi CasaPound non rappresenta un problema né chi ci vive né per la città. Si tratta di uno stabile ben manutenuto dai suoi occupanti. Quindi non è a rischio sicurezza. Né è a rischio sanitario. Non vi si commettono reati. Perciò non rappresenta un problema di ordine pubblico. Tant’è che CasaPound era finita in coda a una lunga lista che vedeva in cima edifici okkupati da centri sociali e immigrati.
Cosa non si farebbe per qualche voto in più
Il mese successivo la Raggi era tornata all’attacco con un ultimatum. “Rimuovete la scritta dal palazzo, o ci pensiamo noi in maniera coatta”. Qualche giorno più tardi la scritta CasaPound sulla facciata veniva rimossa. Oggi l’epilogo. Cosa non si farebbe per qualche voto in più, quando tutti i sondaggi ti danno perdente.
“Lo stabile denominato CasaPound non sta subendo alcuno sgombero. Quello che è certo invece è che Virginia Raggi ieri sera ha inaugurato la propria campagna elettorale. Cercando di salvare il crollo di consensi portando a casa il punticino dello sgombero di CasaPound. Sua ossessione fin dai primi giorni della sua amministrazione”, aveva commentato a giugno uno dei leader del movimento, Davide Di Stefano.