Libero Di Rienzo, il pusher gambiano doveva essere espulso. Le ultime chat: “Lo chiamo, non risponde…”
Ha 32 anni – e due decreti di espulsione non rispettati – il gambiano residente nel quartiere Torre Gaia fermato ieri dai carabinieri per aver venduto l’eroina trovata in casa dell’attore Libero De Rienzo la sera del 15 luglio scorso, quando un amico lo ha scoperto ormai senza vita. Lo spacciatore, che si faceva chiamare Alì, sarebbe stato contattato dalla vittima tramite whatsapp a un numero che lui stesso aveva chiesto all’amico.
Libero Di Rienzo consumava eroina da almeno un anno
“Oh prima mi ha risposto, mi ha detto non prima delle 3, le 4 – si legge in un messaggio inviato in chat dalla vittima – mo lo sto a chiama’ a rotella e non mi risponde… vuoi provare a chiamarlo te?”. E’ quanto si legge nel decreto del pubblico ministero Francesco Minisci di fermo di indiziato di delitto del gambiano accusato di aver venduto l’eroina all’attore ma anche ad altre tre persone in 48 ore e di cui è in possesso l’Adnkronos. All’amico, che ai carabinieri dirà poi di aver più volte assunto eroina insieme alla vittima, De Rienzo dice che, qualora fosse riuscito nell’intento “ci avrebbe pensato lui” con probabile riferimento al pagamento di quanto acquistato, scrive ancora il pm, specificando che lui si sarebbe preso solo una parte, lasciando il resto all’amico. “O ci penso io… ma tra l’altro io mi rubo una cosetta…”.
Il gambiano è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma San Pietro in una abitazione a Torre Angela. Con tutta probabilità era lo spacciatore abituale al quale da un anno si rivolgeva l’attore.
I contatti in chat e i messaggi prima della morte
Dall’analisi dei tabulati telefonici dell’utenza intestata a Libero De Rienzo emerge che tra le 11.25 e le 18.31 del 14 luglio scorso tutti i contatti telefonici fatti hanno agganciato la cella telefonica in via San Pio V, vicina all’abitazione dell’attore, dove è stato trovato senza vita, in via Madonna del Riposo. A conferma del fatto che la vittima si trovasse in quella zona quel pomeriggio viene anche la testimonianza di un rilegatore che ai carabinieri impegnati nelle indagini ha detto di averlo incontrato proprio nel negozio in via Madonna del Riposo. Analizzati poi nella VI sezione del Roni di Roma i tabulati del traffico telefonico e telematico dell’utenza in uso al gambiano, è stato tracciato un movimento in avvicinamento e successivo allontanamento dall’area dove si trova la casa dell’attore, arrivando ad agganciare durante la connessione internet tra le 16.15 e le 16.41 la cella in via Aurelia distante meno di 600 m dall’abitazione di De Rienzo.
Ma non solo. Dai ti tabulati telefonici di entrambe le utenze, quella dell’attore e quella del presunto spacciatore, emerge oltre a vari precedenti contatti un’ultima telefonata di pochi secondi tra i due alle 16.15 in cui il telefono dell’attore aggancia la cella in via San Pio V nello stesso tempo in cui la cella in via Aurelia aggancia l’utenza in uso al gambiano. Tra le due celle, si evidenzia nel decreto di fermo, vi è una distanza di poco più di 600 metri in linea d’aria e per questo si può ritenere che la vittima e lo spacciatore si trovassero contemporaneamente nello stesso posto.