Michetti sfodera gli artigli: “Io sono il nuovo, i miei sfidanti no. E sanno solo insultare”
Non odia, non partecipa alle risse, non replica alle provocazioni ma Enrico Michetti stavolta tira fuori gli artigli. E respinge al mittente l’accusa di essere “scappato” dal confronto a quattro di ieri e i veleni di Calenda, che prova a rubacchiare voti al centrodestra. “Quando cominciano ad insultarsi sul piano personale e il dialogo diventa rissa, è finita la politica perché è finita la civiltà. Se devo inaugurare un metodo nuovo, bisogna partire dalle basi: quel tipo di conversazione sterile, inutile fatta di insulti a me non interessa. Io mi alzo e me ne vado. Se hai un metodo in testa, bisogna far sì che emerga”. Così il candidato sindaco di centrodestra Enrico Michetti, ospite di Radio Radio, spiega il motivo per cui ha lasciato il confronto tra i candidati alla guida del Campidoglio mentre era in corso uno scontro verbale tra Roberto Gualtieri e Carlo Calenda sul tema dei rifiuti. Con qualche frecciata velenosa agli avversari. “Non è con gli insulti che si fa la buona amministrazione, né con l’odio, ma si fa con il dialogo. Io rappresento l’uomo nuovo, è per questo che tutti e tre ce l’hanno con me, loro rappresentano il potere, la realtà della città e della nazione, loro rivestono ruoli”, conclude il professore. “Calenda e Gualtieri sono già stati ministri, la Raggi è stata già in azione, il popolo può giudicare”, sottolinea il candidato del centrodestra per il Campidoglio.
Dialogo sì, rissa no per Enrico Michetti
Secondo Michetti il dialogo è un punto fermo per risolvere i problemi. “Se tu sei un amministratore pubblico sei un uomo di Stato per cui gli interessi di fazione, personali e carrieristici debbono essere messi da parte: al centro ci deve essere la risoluzione del problema. E’ una regola di civiltà”. Poi dice che “i provvedimenti da emanare risentono del clima di odio, di contrapposizione sterile, fittizia o di compromesso esasperato”. E “Roma oggi si è imbruttita purtroppo perché respira di un clima di odio e contrapposizione. Io sto sempre dalla parte del popolo e non mi interessa altro. Mi interessa la signora Maria ed è a lei che mi rivolgo: se qualcuno dei poteri forti viene da me, io sono soltanto il rappresentante della signora Maria. Io non mi piego, la mia schiena è sempre stata dritta: ho gestito miliardi di euro, 1.200 procedure complesse e non mi è rimasto attaccato un solo euro”.
La cura del ferro per Roma
“La cura del ferro è fondamentale, bisogna chiudere l’anello ferroviario, bisogna incrementare i prolungamenti della metro, c’è quella che termina ad Anagnina, si può pensare a un prolungamento fino all’aeroporto di Ciampino”. Lo dice Enrico Michetti, candidato del centrodestra per il Campidoglio, parlando a Radio Radio dei trasporti di Roma e degli interventi da fare.
“Dalla stazione Battisti a Casalotti sono quattro km, erano già tracciati, si prolunghi quel tratto piuttosto che pensare alla funivia, è già un tratto a cielo aperto, è una cosa relativamente semplice”, aggiunge Michetti.