Mio Italia cita per danni il ministero della Sanità cinese. Bianchini: “Molti di noi hanno perso tutto”

7 Lug 2021 19:01 - di Alessandra Danieli

Il ministero della Sanità cinese finisce nel mirino di Mio Italia, il movimento imprese e ospitalità che da un anno e mezzo tiene accesi i riflettori sul comparto dell’ospitalità a tavola. Uno dei settori maggiormente colpiti dalle misure contro la pandemia. Che ha messo letteralmente in ginocchio migliaia di ristoratori, esercenti di bar, B&b. Costretti a chiusure forzate e ad aperture a singhiozzo.

Mio Italia porta a processo il ministero della Sanità cinese

L’associazione guidata da Paolo Bianchini,  in rappresentanza di una parte del comparto dell’ospitalità italiana, ha intrapreso un’azione giudiziaria, presso il Tribunale di Viterbo, nei confronti del ministro della Sanità della Repubblica Popolare Cinese. “Ci riferiamo – spiega Bianchini nel corso di un incontro con la stampa  a Roma – ai ritardi del governo di Pechino nella segnalazione dell’emergenza covid. E nell’attivazione delle misure di prevenzione e controllo”.

L’ultima iniziativa del Mio, che non è nuovo a prese di posizione forti anche nei confronti del governo (Conte prima, Draghi poi) si avvale dello studio legale del penalista Marco Vignola. Nell’atto di citazione si chiede l’accertamento delle responsabilità del ministero della Sanità cinese. “Nel non aver tempestivamente segnalato all’Organizzazione mondiale della sanità il diffondersi del virus. E dei suoi gravi effetti letali fra novembre e dicembre 2019. Nel non aver assunto i necessari provvedimenti di controllo sugli scali aeroportuali in partenza dalla Cina”, spiega Bianchini, proprietario di uno storico ristorante nel cuore di Viterbo. E autore di decine di campagne al grido di “mai domi” e “rivoluzione romantica”.

Bianchini: i ritardi della Cina hanno impedito all’Italia di difendersi

Queste gravissime omissioni – continua – hanno impedito allo Stato italiano una rapida assunzione di provvedimenti. Di ordine pubblico e sanitario. Che sicuramente avrebbero ridotto al minimo il disagio. E le conseguenze derivanti dal Covid-19. “In questo senso – spiega Banchini  – Mio Italia chiede il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito dai suoi iscritti. Per il blocco di tutte le attività della rete di imprese a partire dal 12 marzo 2020. Nella misura che verrà quantificata in corso di causa. Anche per l’attuale incertezza sulla data finale dell’emergenza pandemia”.

Danni patrimoniali e non per i ristoratori italiani

Nello specifico si tratta di danni patrimoniali per mancato guadagno, anticipata chiusura delle strutture del comparto. Liquidazione del personale e anticipata risoluzione dei contratti di fornitura. E di danni non patrimoniali, quindi morali ed esistenziali. Per la lesione di interessi costituzionalmente protetti.

Perdita di fatturato del 60%, 22mila fallimenti

“A causa dei ritardi nel lanciare l’allarme sul virus – prosegue il presidente di Mio Italia – le campane da oltre un anno suonano a lutto per il comparto dell’ospitalità a tavola. Nel 2020 i fallimenti sono stati oltre 22mila. E alla fine di quest’anno se ne prevedono altrettanti”. Cifre impressionanti. “La perdita media di fatturato è di circa il 60%. Ciò significa – conclude Bianchini – che in molti hanno perso tutto. I piccoli imprenditori, soprattutto dei centri minori, sono sempre più in difficoltà. Secondo una nostra stima, i danni per le imprese di Mio Italia ammontano a circa 200 milioni di euro”.  La prima udienza della causa contro il ministero della Repubblica popolare cinese è stata fissata per il prossimo 1° dicembre presso il tribunale di Viterbo.

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