Reddito di cittadinanza, così 469 immigrati hanno rubato agli italiani 2 milioni di euro
Hanno rubato agli italiani 2 milioni di euro e altrettanti ne stavano per rubare se la Finanza non si fosse accorta che quei 469 immigrati non avevano uno dei requisiti fondamentali, cioè la residenza, per accedere al Reddito di Cittadinanza pagato dai contribuenti e voluto dai Cinque Stelle.
È solo l’ultima amara sorpresa del vituperato Reddito di Cittadinanza, una tassa che M5S e Centrosinistra hanno imposto agli italiani per foraggiare una vasta platea di persone, fra cui sono spuntati, in questi anni, mafiosi, criminali di vario genere – proprio di oggi è la notizia che sono stati scovati 25 nuclei familiari riconducibili al clan camorristico Contini che hanno percepito il sussidio per 270.000 euro – ex-terroristi e immigrati.
La scoperta dei 469 immigrati che percepivano, senza averne diritto, il Reddito di Cittadinanza, stavolta, è avvenuta in maniera quasi casuale.
Tutto è partito dai militari del Gruppo di Lamezia Terme delle Fiamme Gialle che hanno pensato bene di verificare quanti stranieri, nella zona, percepissero il Reddito di Cittadinanza. E, soprattutto, se avessero tutti i requisiti per intascare quei soldi dei contribuenti italiani.
È così emerso che diversi soggetti avevano ottenuto il Reddito di Cittadinanza attestando falsamente di possedere il requisito relativo alla residenza.
A quel punto i finanzieri hanno portato una prima relazione in Procura. E i magistrati non hanno potuto fare altro che delegare i finanzieri lametini ad estendere ed approfondire le indagini nei confronti di tutta la platea di immigrati che risultavano percettori del Reddito di Cittadinanza.
Le Fiamme Gialle hanno, così, passato al setaccio la posizione di oltre 22.000 immigrati, – la maggior parte dei quali provenienti da paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’est europeo – residenti nel circondario.
Ed è emerso che 469 di essi avevano ottenuto illecitamente il Reddito di Cittadinanza in quanto sprovvisti dei prescritti requisiti relativi alla residenza nel nostro Paese.
L’importo complessivo delle somme indebitamente erogate dall’Inps ammonta a circa 2 milioni di euro.
Ed è stato solo grazie alla tempestività degli accertamenti eseguiti e alla contestuale segnalazione all’Inps, scherzà i finanzieri hanno impedito agli immigrati di intascare ulteriori 2 milioni di euro.
Fatte le debite proporzioni con l’intera Italia rispetto al solo territorio di Lametia si può facilmente immaginare quale montagna di denaro stiano rubando in tutta Italia gli immigrati che hanno richiesto, indebitamente, il reddito di cittadinanza.
La normativa che regola il Reddito di Cittadinanza, infatti, riconosce la misura a chi è in possesso, all’atto della presentazione della domanda, e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di specifici requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali.
In particolare, ai fini dell’accesso al beneficio il richiedente deve dichiarare di essere in possesso, in modo continuativo, della residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo, ottenendo, in tal modo, la corresponsione del sussidio per un periodo continuativo non superiore a diciotto mesi, al termine del quale può essere rinnovato per altri dodici mesi.
C’è da sperare che altre Procure seguano, ora, l’esempio, del Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio e dei finanzieri di Lamezia.