Ressa M5S, nel delirio di Grillo e Giuseppi, tra gli eletti scatta la conta: ecco chi sta con chi. E perché

1 Lug 2021 9:21 - di Chiara Volpi
M5S Grillo Conte

Nella ressa M5S scatenata da Grillo e Conte, tra gli eletti scatta la conta. Ora, con buona pace dei pesi massimi di Fico e Di Maio – gli unici rimasti a inseguire ancora il miraggio dell’unitarietà – il punto è chi sta con chi. E, soprattutto, perché. Non è trascurabile, infatti, che in questo momento di spartiacque, l’elemento dirimente (e il comune denominatore) sembra essere il fatto che molti dei movimentisti chiamati alla scelta tra “mamma e papà” siano già al secondo mandato. Un dato che, sul piatto della bilancia, potrebbe pesare più della fedeltà a un leader o della condivisione di un progetto. Ma allora, come stanno le cose? Per definirle con una almeno sommaria attendibilità, occorre partire dall’ultimo colpo di scena di ieri. Arrivato in serata, quando il video di Grillo “irrompe” durante le riunioni dei parlamentari di Camera e Senato. Summit infuocati in cui, numeri alla mano, come risulta all’Adnkronos, il pallottoliere stavolta sarebbe a favore di Conte.

M5S, nel caos tra Grillo e Conte inizia la conta

«Stiamo uniti se possiamo»: è l’appello di Grillo spaccatutto, arrivato al culmine della rottura con Conte, aggiornata alle minacce e agli insulti degli ultimi giorni. «Se poi qualcuno vuol fare una scelta diversa, la farà in tutta coscienza» aggiunge l’ex comico dimostrando a chiare parole di essere ben consapevole che l’eventualità della scissione è dietro l’angolo. Non a caso, a stretto giro, arriva subito la replica di Conte: «Il mio progetto politico non rimarrà nel cassetto». Le strade sono ormai divise e i percorsi possibili inconciliabili. E nonostante dai gruppi degli eletti pentastellati, giunga l’ultimo, disperato appello all’unità, gli eletti sanno che il momento della scelta è arrivato: bisogna dire chi sta con chi. E magari anche argomentare perché.

M5S, Buffagni, Azzolina e Taverna i primi a parlare

Da Montecitorio Stefano Buffagni si rivolge ecumenicamente a Grillo e Conte per chiedere, un’ultima volta, a «Beppe e Giuseppe responsabilità. Vediamoci e capiamo come difendere un sogno comune». Ma per Lucia Azzolina il tempo della trattativa è scaduto: «Dobbiamo essere coerenti col lavoro fatto. Conte lo abbiamo scelto noi, due volte. Che facciamo ora? Rottamiamo le persone come fa Renzi?». Schierato uniformemente con Conte, senza però rinnegare l’attaccamento a Grillo, è invece il gruppo dei senatori. La linea, a quanto filtra, è quella riassunta da Paola Taverna su Facebook. Dove la senatrice ha parlato di «un progetto pronto, che doveva solo essere votato. E allora credo che sia doveroso consentire ai nostri iscritti di esprimersi su questo progetto e quindi sul futuro del MoVimento».

M5S, i parlamentari mettono alle strette Grillo?

Il confronto diventa febbrile. È showdown dopo l’affondo di Beppe Grillo contro Giuseppe Conte. Mentre gli occhi sono puntati sull’ex premier e su quel che intende fare del proprio futuro, tra Camera e Senato gli eletti cominciano a contarsi. E a dividersi tra chi resta con Beppe e chi, invece, sarebbe pronto a fare le valigie per un partito “contiano”. Ammesso che sia questo l’obiettivo a cui punta il professore. Perché in queste ore c’è chi non esclude il colpo di scena a cui strizzava l’occhio la Taverna. E prima ancora Di Battista: ovvero che i parlamentari riescano a mettere alle strette Grillo, costringendolo a lasciar decidere la Rete.

Il pallottoliere, tra Camera e Senato, va a favore di Conte

Il partito di Conte sembra essere già “realtà”, o almeno lo è nei gruppi parlamentari, dove diversi eletti vengono “sondati” e il pallottoliere azionato tra Camera e Senato. A Palazzo Madama il numero più alto è quello dei “contiani”: su 75 senatori, l’80% sarebbe dalla parte dell’ex presidente del Consiglio. Stando almeno a fonti molto vicine all’ex premier. Ma anche alla Camera, dove l’avvocato sembra avere meno seguaci, il 50% dei deputati – su un totale di 161 eletti – starebbe con Conte. Tirando le somme, dunque, tra Montecitorio e Palazzo Madama, Conte potrebbe contare su circa 140 parlamentari. Stando almeno ai calcoli dei suoi sostenitori, perché la partita non è semplice né tantomeno immediata.

M5S, tra Grillo e Conte ecco chi sta con chi

Tra i volti noti pronti a sostenere Conte, a costo di lasciare il Movimento, vengono annoverati i “big” grillini. Ad esempio, Paola Taverna. Stefano Patuanelli. Federico D’Incà. Vito Crimi. Ettore Licheri. Lucia Azzolina. Gianluca Perilli. Ma nulla è scontato. Ad esempio, a quanto apprende l’Adnkronos, nei giorni scorsi la vicepresidente del Senato Taverna più volte si sarebbe abbandonata alle lacrime, divisa tra Conte e Grillo, il “padre” del Movimento al quale si dice vicina da sempre. Mentre, tra i volti noti dalla parte di Grillo, vengono annoverati i fedelissimi di sempre, gli storici Roberto Fico e Luigi Di Maio innanzitutto. Ma anche il capogruppo della Camera Davide Crippa, che, viene fatto notare, non si è pronunciato contro Grillo dopo l’affondo di ieri. E, soprattutto, non ha espresso solidarietà verso il capo politico reggente Crimi, ieri duramente attaccato dal fondatore del Movimento. A differenza di Licheri che, assieme all’intero direttivo del Senato, ha fatto quadrato attorno a Crimi. E tra i due schieramenti, la terza via indicata dagli irriducibili: quella del dialogo e della riunificazione, sembra da escludersi sempre di più, a ogni ora che passa...

 

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