Via il canone Rai dalla bolletta elettrica: l’Europa chiede a Draghi di cancellare la legge di Renzi
Mai come questa volta risulterà popolare (scommettiamo?) il fatidico «ce lo chiede l’Europa». Ragione per cui (ri-scommettiamo?) non lo sentiremo uscire spesso per l’occasione dalla bocca dei soliti noti. Comunque sia, sembra proprio che il pagamento del canone Rai nella bolletta elettrica abbia i mesi contati. Ve lo inserì – ricordate? – il governo Renzi con la legge di Stabilità del 2015. L’obiettivo era venire a capo della massiccia evasione dell’odioso balzello. Che infatti crollò dal 30 al 4 per cento. Un pedaggio d’altri tempi, buono per la tv in bianco e nero ma più anacronistico di un’auto a manovella ora che la concorrenza si è spostata dalle antenne alle piattaforme tecnologiche.
Governo al lavoro sul ddl sulla concorrenza
A Draghi, che già si è impegnato a tanto nel Pnrr, tocca ora farlo pagare inventandosi un’altra modalità. Facile a dirsi, ma non a farsi. La richiesta di Bruxelles nasce dalla necessità di rimuovere «il requisito per i fornitori di riscuotere oneri non collegati al settore energetico». Significa che nelle fatture elettriche non c’è più spazio per altre voci. L’operazione dovrebbe concretizzarsi a breve e trovare sede nel prossimo disegno di legge sulla concorrenza. Il governo ci sta già sta lavorando e presto potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri. Una volta approvata, la nuova norma cancellerebbe la voce canone Rai dalla bolletta elettrica. Si tratta di 90 euro annui spalmati in 9 euro mensili per 10 mesi.
Il Codacons: «Il canone Rai è l’imposta più odiata»
La misura imposta (finalmente) dall’Europa ha già incassato il plauso del Codacons che la sostiene «a pieni voti». Per l’associazione dei consumatori il canone Rai è «l’imposta più odiata dagli italiani». E il suo inserimento nelle bollette elettriche «ha rappresentato una vera e propria vessazione a danno degli utenti». Il Codacons, tuttavia, vorrebbe dal governo attuale un passo in avanti. «Sono ormai maturi i tempi – si legge in una nota – per procedere ad una abolizione totale del canone Rai, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria».