Voghera, la sorella di Youns vuole trasformare il fratello in un altro caso Cucchi: “Ilaria mi aiuti”
La sorella di Youns El Boussettaoui, ucciso con un colpo di pistola dall’ex assessore leghista Massimo Adriatici, vuole fare di suo fratello un simbolo. Seguendo le orme di Ilaria Cucchi. E’ lei stessa a dirlo, in un’intervista a Repubblica nella quale si dà conto del tour in cui è impegnata Bahija El Boussettaoui . Bologna, Brescia, Biella. “Girerò l’Italia, Ilaria Cucchi mi aiuti”.
La sorella di El Boussettaoui chiede e ottiene visibilità
La sua missione è chiara: trasformare quel delitto in un caso di razzismo, collegarsi con il fronte anti-leghista, avere visibilità invocando giustizia per suo fratello, persona instabile e che lei dipinge come “un uomo dal cuore grande”. Lei chiede un processo “pulito”. «Adriatici è un uomo potente – afferma – io sono solo la sorella di un povero marocchino». Chiede e ottiene subito visibilità, al contrario dei parenti di altre vittime, che attendono in silenzio l’esito di processi che a volte si rivelano una beffa, con la scarcerazione dei colpevoli dopo poche settimane.
Ma la vittima non era un santo, aveva accumulato diversi precedenti penali
Suo fratello è indubbiamente una vittima. E merita un giusto processo. Ma il tentativo di santificarlo è davvero eccessivo. “Nell’arco di oltre una decina di anni – scrive Il Giorno a proposito di Youns El Boussettaoui – aveva accumulato vari ordini di lasciare il territorio Ue e relative violazioni agli ordini di lasciare il territorio italiano. Ma nel lungo elenco dei suoi precedenti di polizia, oltre ai reati di ingresso illegale nel territorio dello Stato e immigrazione clandestina, figurano anche reati come minacce, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale”.
“Era stato già arrestato – continua Il Giorno – per spaccio di sostanze stupefacenti nell’operazione “Top Up 2” dei carabinieri del Norm della Compagnia di Voghera, e aveva accumulato anche varie altre denunce e arresti sempre per produzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Era finito nei guai anche per il reato di evasione. Ma non solo: sempre tra i precedenti di polizia figurano i reati di falsità in scrittura privata, falsa attestazione, falsità materiale, uso di atto falso e pure truffa. Era stato anche denunciato per guida senza patente. E, ancora, per ricettazione e anche per porto d’armi e oggetti atti a offendere”.
Il secondo video, in cui Adriatici parla con un testimone
La sorella commenta con Repubblica anche un secondo video, successivo allo sparo, con i carabinieri ormai giunti sul piazzale antistante il bar che sentono un testimone. Nel video si vede Adriatici che parla con quel testimone e gli dice: “Hai visto che voleva darmi un calcio in testa?”.
La sorella della vittima lo accusa: «Dopo aver ferito a morte un uomo, era lì tranquillo che preparava la difesa, parlava con i carabinieri, con i testimoni. Non lo hanno neanche ammanettato. E si sente anche Youns che si lamenta, sta per morire. Non posso pensare a quel lamento».