Zan, si smarca anche il compagno Fassina: «Ddl incostituzionale. Letta non si arrocchi nell’errore»
Meglio tardi che mai. È oltremodo apprezzabile Stefano Fassina, deputato di Leu, quando ammette di non aver avuto «piena consapevolezza» del rischio incostituzionalità annidato nel ddl Zan «L’ascolto di mesi di discussioni e tanti approfondimenti – scrive su Facebook – sono stati utili a capire meglio. La proposta va corretta. Almeno per evitare un precedente pericolosissimo e l’incostituzionalità, a giudizio di autorevolissimi giuristi, anche di area progressista e liberale come Giovanni Maria Flick o Natalino Irti».
Fassina: «Quando votai “sì” non avevo capito»
L’endorsement di Fassina in favore delle modifiche al ddl Zan è un’altra brutta tegola per i pasdaran del “qui e ora” riuniti intorno ad Enrico Letta. Anche Leu, infatti, è parte dell’arrocco sull’attuale testo anti-omotransfobia. Lui è alla Camera, ma non è da escludere che le sue fondate preoccupazioni non facciano breccia anche tra i senatori del suo partito. Tanto più che Fassina nulla eccepisce circa le finalità del ddl e circa la «necessità» di approvarlo. Ma – aggiunge – «la legge non può promuovere una visione antropologica, come invece fa l’articolo 1, in particolare la lettera d)». Da qui l’ammissione: «Non avevo piena consapevolezza in prima lettura alla Camera, quando ho votato a favore». Fin qui il merito della “Zan”. Ma poi c’è anche il metodo.
«Letta proponga un patto alla maggioranza»
A Fassina, infatti, non piace la «totale indisponibilità all’ascolto» nonché «all’accoglimento dei rilievi seri e fondati di settori del Parlamento, di fasce larghe e qualificate della cultura e della società civile e religiosa». «La democrazia – avverte – non funziona così, non può funzionare così, soprattutto su questioni di portata antropologica». Il pallino però è nelle mani del Pd, cui l’esponente di Leu rinnova l’appello affinché cambi registro. «Promuova un’apertura alle modifiche imprescindibili – suggerisce – e chieda un impegno pubblico a tutti i partiti della maggioranza per l’immediata approvazione del ddl nella terza lettura alla Camera. Le evidenti strumentalizzazioni di alcuni gruppi politici – conclude Fassina – sono inaccettabili, ma non giustificano l’arroccamento nell’errore».