A Lampedusa record di sbarchi: 750 in un giorno. Ma la Sicilia va in zona gialla per gli italiani…
Sbarchi a raffica a Lampedusa. Altri quattro approdi con 121 migranti si sono registrati nelle ultime ore sull’isola. A bordo di una motovedetta della Capitaneria di porto sono giunti al molo Favaloro 55 migranti, tutti di nazionalità tunisina, tra cui anche 2 donne e 2 minori. Il barchino su cui viaggiavano, lasciato alla deriva, è stato intercettato a circa 15 miglia a sud dall’isola.
Lo sbarco numero 9, invece, ha condotto sulla più grande delle Pelagie 21 persone, tra cui 10 donne e 2 minori accompagnati, mentre con le ultime due carrette del mare sono approdati rispettivamente altre 31 (3 donne e un minore) e 14 (tra cui un minore) persone. Per tutti è stato disposto il trasferimento nell’hotspot di contrada Imbriacola. Da stamani sono complessivamente 759 i migranti approdati sull’isola.
Sbarchi a Lampedusa, la Procura apre un’inchiesta
Procura della Repubblica di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, ha aperto un’inchiesta. Gli inquirenti cercano di capire se dietro il viaggio, con le persone stipate a centinaia nella stiva, ci sia una organizzazione. I migranti, quasi tutti uomini, erano stati tenuti per settimane nei lager di detenzione in Libia. E molti hanno subito torture e violenze di ogni tipo.
Le torture e gli scafisti senza scrupoli
Torturati con un ferro rovente sulla coscia, bruciati con le sigarette su tutto il corpo, e con una pallottola nello stomaco. Sono solo alcune delle storie, tragiche, raccolte questa mattina dal medico anestesista Alessandro Trainito, che da un mese si trova a Lampedusa, a seguire per Medici senza Frontiere gli sbarchi dei migranti.
I migranti del maxi sbarco erano quasi tutti maschi, giovani, provenienti dall’Africa subsahariana e dal Nordafrica, ma anche dal Bangladesh, dallo Yemen, dalla Palestina, dalla Siria. Tutti arrivati dalla Libia. Dove prima di partire sono stati detenuti e hanno subito violenze di ogni genere. “Sono stati recuperati da una grossa imbarcazione e trasbordati al Molo Favaloro – racconta il medico anestesista di Msf – questo gruppo ha raccontato di avere subito dei maltrattamenti, di varia natura. Vere e proprie torture. E c’erano i segni evidenti. Un ragazzo aveva una brutta ferita sulla coscia, e ci ha detto che è stato torturato con un ferro rovente”. “La ferita si stava rimarginando – dice Trainito – ma era infetta. Quindi va curata subito. Su altri ragazzi giovani c’erano segni di colpi di arma da fuoco, sia vecchi che nuovi. Uno aveva una pallottola nell’addome, a un altro hanno sparato venti giorni fa”.
“Poi c’era un gruppetto di ragazzi del Bangladesh che non aveva segni evidenti corporei, ma ci hanno detto di essere stati maltrattati. Alcuni avevano dei segni di bruciatura da sigarette sul corpo”. E poi c’è chi aveva il piede gonfio e infetto. “Perché gli hanno infilato nel piede degli oggetti”, spiega il medico. Altri avevano delle “cicatrici da bastonate”.