Caos immigrazione, nove clandestini su 10 restano in Italia. Il governo si sveglia tardi
Il caos immigrazione è alle stelle. Il sistema dell’accoglienza sta per collassare e il governo dopo avere nascosto a lungo la povere sotto il tappeto si è mosso. D’intesa con il premier si è mossa il ministro Lamorgese, dopo gli sbarchi continui a Lampedusa; dove l’hotspot sta scoppiando, con circa 1200 presenti nonostante una capienza di 250. In un retroscena il Giornale ci informa di due azioni congiunte tra Palazzo Chigi e il Viminale: “Draghi ha avuto una conversazione telefonica con Kais Said, presidente della Repubblica tunisina. E al centro dei colloqui c’è stata anche la gestione dei flussi migratori”. E il ministro dell’Interno ha chiesto formalmente a Bruxelles un «cambio di passo urgente sull’immigrazione». Ben arrivata, diciamo noi. La Lamorgese ha preso il telefono e ha chiamato il commissario europeo agli Affari interni, Ylva Johansson. “A lei e alla presidenza di turno slovena, Lamorgese ha chiesto la convocazione di un consiglio Ue Affari interni straordinario per valutare un «urgente un cambio di marcia negli interventi sulla politica migratoria».
Immigrazione, riunione con l’Europa solo dopo Ferragosto
Niente di sconvolgente e risolutivo, visto che la riunione – in presenza o da remoto – non è prevista prime del 16 o il 17 agosto. Il pressing della Lamorgese ha partorito un topolino. L’emergenza è adesso, ora, in questi giorno. dopo Ferragosto la situasione sarà solo molto più grave. Gli sbarchi stanno proseguendo a rotta di collo, con le navi ong, tra l’altro, che ci stanno col fiato sul collo. La Lamorgese chiederà, leggiamo, “l’attivazione immediata di un meccanismo che coinvolga gli Stati membri per consentire un approdo sicuro e compatibile con il Covid-19 alle navi delle Ong con bandiera europea”. E rilancerà “i principio di solidarietà tra gli Stati membri per la redistribuzione obbligatoria dei migranti salvati in mare”. Non abbiamo molta fiducia che il pressing europeo sortisca effetti, la storia fin qui vista ce lo insegna.
Immigrazione: nove clandestini su 10 restano in Italia
Il governo intende dare cenni di vita sul fronte immigrazione. Ma intanto la situazione è grave. A parte gli arrivi continui a Lampedusa e sulle coste italiane, ad allarmare sono altri dati. L’Italia si tiene la maggior parte dei migranti che arrivano. Il Giornale (fonte il sito di Truenumbers ) ha fatto un computo: 9 italiani su 10 restano sul nostro territorio. “E rimpatri e ricollocamenti non sono che un bluff che grava sulle tasche degli italiani. I dati parlano chiaro: tra ottobre 2019 e marzo 2021, i tanti sbandierati accordi di Malta hanno ricollocato solo 990 persone delle 44.300 sbarcate nello stesso periodo in Italia, pari al 2,2%. E per i rimpatri – leggiamo sul Giornale- le cose non vanno meglio. Nel 2020 sono stati rimpatriati solo 3.351 migranti dei 34.133 giunti sulle nostre coste; ovvero appena il 9,8 per cento del totale. Mentre nei primi mesi dell’anno in corso sono stati 1.097.
I costi folli per i rimpatri
La ricaduta della incapacità di gestire i migranti che arrivano in Italia ha delle ricadute anche sui costi. Questi i conti: “I costi per i rimpatri per il 2020 ammontano a 4,684 milioni di euro e per il 2021 (fino ad aprile) a 2 milioni 89mila euro. La spesa media è di 1.095 euro a immigrato nel 2021 e di 1.398 euro a persona nel 2020 (compresi i costi di trasferta per chi li accompagna)”. La “misssione” in estremis di Draghi e Lamorgese difficilmente sortirà effetti. Draghi è impegnato in colloqui con la Tunisia e la Libia, ma i negoziati per gestire i flussi sono lenti. Si preannuncia l’ennesimo nulla di fatto.