Caso Durigon, Pd pronto alla sfiducia. I comunisti attaccano Draghi: «Indecente silenzio»
O dimissioni o sfiducia. Sembra segnata la sorte di Claudio Durigon. La proposta di re-intitolare il parco di Latina (oggi consacrato alla memoria di Falcone e Borsellino) ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, rischia di costare molto caro al sottosegretario leghista. «Per noi – dice il responsabile Sicurezza del Pd Enrico Borghi – valgono le cose che abbiamo detto nel momento in cui questa cosa si è palesata: le dichiarazioni di Durigon sono incompatibili con la presenza in un esecutivo repubblicano. Antifascismo e rispetto delle vittime della mafia sono due elementi strutturali imprescindibili».
Salvini: «Durigon lavora alla riforma delle pensioni»
Morale: se Durigon non dovesse dimettersi prima, «il Pd andrà avanti, presenterà una mozione di sfiducia e il Parlamento si esprimerà». Quanto al silenzio di Palazzo Chigi sulla vicenda, Borghi non si scompone più di tanto. E con l’aria di chi la sa lunga assicura: «Il presidente Draghi sa quello che fa, come sempre». A lui risponde indirettamente Matteo Salvini, per nulla preoccupato dell’annunciata mozione contro Durigon. «Io sono al governo per risolvere i problemi, non per crearli come fanno Pd e M5S. Noi lavoriamo per costruire, non per distruggere», puntualizza. E Draghi? «Non penso che abbia tra le sue priorità i parchi di Latina», taglia corto il capo della Lega.
E sul premier: «La sua priorità non è il parco di Latina»
Che fa anche sapere che «con Durigon stiamo lavorando alla riforma delle pensioni». Quanto al merito delle parole del sottosegretario, Salvini parla di «fascismo e comunismo» come di ideologie «condannate dalla storia» e di cui «nessuno ha nostalgia». Un accostamento, il suo, che non è piaciuto a Nicola Fratoianni. «Sull’affaire del camerata Durigon – attacca il segretario nazionale di Sinistra Italiana – Salvini può tranquillamente continuare a fare il gradasso. Ma cambia ben poco: la permanenza nel governo di questo sottosegretario impresentabile rimane una vergogna». Fratoianni ne ha anche per il premier. «Il continuo silenzio del presidente Draghi – conclude – è inconcepibile ed indecente».