Covid, Cacciari boccia il “green pass” valido per un solo anno: «Siamo alla fantasia al potere»
«Almeno chi lo ha fatto non dovrà rivaccinarsi. Ci manca solo che bisogna vaccinarsi ogni mese adesso. Avevo inteso che la durata fosse eterna». Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia, commenta così all’Adnkronos la durata estesa a un anno del green pass. La posizione critica di Cacciari sul “lasciapassare verde” non è certo una novità. Già due mesi fa, infatti, in un’editoriale sulla Stampa scritto a quattro mani con il collega Giorgio Agamben aveva liquidato il green pass bollandolo come iniziativa «da regime dispotico». Ora che incombe la possibilità di una terza dose, il filosofo torna alla carica.
Cacciari: «Credevo durasse in eterno»
«Cosa intendono fare – si chiede -, un’altra campagna di vaccinazione obbligatoria per il 90 per cento degli italiani che già era vaccinato? A questo punto, non so, rendiamo obbligatorio anche il vaccino per l’influenza, visto che poi questo virus diventa esattamente come quello dell’influenza, destinato a indebolirsi col passare del tempo». Una polemica, quella innescata da Cacciari, che trova insperata sponda anche sulla contraddittorietà degli annunci e delle disposizioni. «Credevo fosse scontato che andava bene per la vita il green pass», premette prima della stoccata finale: «Ormai siamo in un paese dei balocchi, della fantasia al potere».
Ma sul blocco dei treni frena: «Proteste inutili»
È anche vero, tuttavia, che la scienza procede per tentativi e che sulla pandemia agisce un sistema dell’informazione che fa storia a sé con l’arruolamento in pianta stabile di esperti e virologi che dicono tutto e il suo esatto contrario. Inevitabile, quindi, che la gente sia diventata diffidente nei confronti della medicina. Cacciari è intervenuto anche sul blocco dei treni annunciato per il prossimo primo settembre dai no-green pass. Ma questa volta per prenderne le distanze: «Sono forme di protesta che non risolveranno nulla», avverte. Per poi concludere: «Bisognerebbe cercare di combattere sul piano della razionalità, non creando ulteriori disagi ai poverini costretti a viaggiare in queste condizioni».