“Destra da vaccinare”, attacco ignobile del “Foglio”: fango a tutto campo contro la classe dirigente
Non c’è niente da fare, Fratelli d’Italia lassù al 20 per cento, primo partito; e il centrodestra unito pronto a prendersi importanti città alle prossime amministrative, hanno l’effetto peggiore di un colpo di sole per opinionisti ed editorialisti mainstream. Dopo il vergognoso attacco personale, oltreché politico, a Giorgia Meloni sferrato dal “Domani” dell’ingegner De Benedetti, stamattina è la volta del “Foglio” di Claudio Cerasa ad attaccare in toto la coalizione. Nell’editoriale in prima pagina del giornale oggi in edicola campeggia l’articolo Una destra da vaccinare. Obiettivo dichiarato: l’inadeguatezza della sua classe politica.
“Il Foglio”: “classe dirigente inadatta, senza orizzonti”
L’incipit è da dimenticare: “Una classe dirigente senza idee, senza orizzonti, senza prospettive, senza visione, inadatta a mediare; incapace di fare sintesi, decisa a farsi guidare dai propri follower senza provare minimamente a guidarli e desiderosa infine di presentarsi di fronte agli elettori con il profilo incosciente di chi è pronto a rinunciare a ogni principio di responsabilità pur di raggranellare un voto in più”. Veleni puri: il centrodestra sarebbe per il Foglio un partito di demagoghi puri, incoscienti e irresponsabili.
Nell’articolo, non meno offensivo di quello apparso su Domani, prosegue il bombardamento e il tentativo di demolizione della coalizione. Il meccanismo è chiaro: nell’articolo si sottolinea che il centrodestra si presenterà alle prossime competizioni unito , “in una posizione di vantaggio rispetto ai propri competitor; ed è possibile – si legge – che i candidati scelti da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi per le grandi città possano essere molto più competitivi del previsto”.
Il Foglio “bombarda” i candidati del centrodestra
Dunque, non resta al Foglio che denigrare quel che è possibile denigrare, candidati, programmi, visioni. “E’ difficile far finta di niente di fronte ai profili scelti dal centrodestra per provare a vincere in tre città importanti come Roma, Napoli e Milano”. Che sarebbero “scandalosi” secondo l’analisi. Che ridicolizza il candidato a sindaco di Milano Luca Bernardo, “reo” di avere consigliato di vaccinarsi: “ma siccome sono un uomo della libertà ognuno facesse un po’ come vuole e se qualcuno non vuole vaccinarsi nessun problema tanto ci penseranno i vaccinati a proteggere i non vaccinati”. Insomma, c’è chi ha orrore delle coercizioni, chi dubita e si pone domande, lasciando facoltà di decidere singolarmente alle persone. Ma per il Foglio questa non è libertà.
E si sfoga anche contro Michetti, contro il quale il linguaggio fiorito va sempre bene: “Il gagliardissimo Enrico Michetti, figlio non sappiamo se legittimo della Roma dei Papi, dei Cesari e dei gabbiani di Colle Oppio”. Anche lui “si è speso in prima persona per gettare dubbi e diffidenze sul green pass”. Nell’articolo non poteva mancare l’accenno al “noto virologo di nome Vittorio Sgarbi, sceso in piazza la scorsa settimana a Roma contro “la dittatura del green pass”, autorevolmente definito da Sgarbi come una “fascistata arcaica”.
“Un centrodestra così forse è meglio perderlo che trovarlo”
Insomma, se non ti allinei al dogma del “green pass” è bello, non hai una classe politica degna di questo nome: questa la morale. Ne è convinto il Foglio: ” La formula del “dimmi cosa mi dirai sui vaccini e ti dirò che candidato sei” è certamente necessaria per inquadrare il grado di responsabilità dei candidati sindaci del centrodestra”, rimarca. Che sarebbero impresentabili anche per altri motivi: “E’ poco incoraggiante per Roma avere un candidato di centrodestra che riesce a far parlare di sé solo quando scappa dai confronti pubblici con gli altri candidati”.
Si taccia di ipocrisia il centrodestra per avere scelto a sindaco, o prosindaco, due magistrati, come Catello Maresca e Simonetta Matone,contraddicendo, secondo la filosofia dell’articolo, anni di retorica di centrodestra. Con queste scelte il centrodestra “azzera la famigerata competenza della classe dirigente della destra”. Queste candidature hanno “qualcosa di molto nostalgico” e nesconderebbero solo la “propria incapacità di indicare un futuro”. La conclusine è inaccettabile come l’incipit: “Un centrodestra così forse è meglio perderlo che trovarlo”. Stendere un velo pietoso.