Gasparri denuncia: “Sullo scandalo Mps c’è un clamoroso conflitto d’interessi che investe il Pd”
«Subito lo scandalo Mps-Unicredit-Pd in Parlamento. Il Pd finge di muoversi soltanto perché noi abbiamo preso posizione. Il conflitto di interessi che investe Padoan, Letta, l’Unicredit e la banca senese è uno scandalo gigantesco che il Parlamento non può ignorare. Applausi per Brunetta che ha chiesto che la questione venga portata subito all’esame del governo. Gli italiani non possono pagare ancora per lo scandalo della banca senese». Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
Scandalo Mps, Gasparri porta la questione in Parlamento
«La torbida storia che ha visto protagonista la sinistra in tutte le sue versioni, deve ancora essere esaminata fino a fondo nei tribunali. Miliardi buttati ed ora si vorrebbero far pagare agli italiani altri miliardi per lo scandalo che ha visto protagonista il Pci-Pds nel passato e anche il Pd in epoca recente. Che Padoan sia passato dal governo, alla candidatura a Siena, alla guida dell’Unicredit è una notizia inquietante. Chi ha i soldi in quella banca fa bene a preoccuparsi», aggiunge il senatore azzurro.
«Chiediamo un immediato confronto nel Parlamento e che il governo se ne occupi ad horas. Altrimenti questa situazione rischia di causare conseguenze gravissime su tutte le intese che riguardano l’economia italiana. Basta con il bancomat della sinistra chiamato MPS. E i vertici dell’Unicredit stiano attenti. In quella banca c’è anche chi a suo tempo incoraggiò il Monte dei Paschi ad acquistare l’Antonveneta ad un prezzo incredibile. Sappiamo le storie, conosciamo le persone, coinvolgeremo le procure», conclude Gasparri.
I sindacati: “Ci sono 22mila famiglie a rischio”
Una vendita che desta allarme anche tra i sindacati di categoria. «Per ora ci sono solo dei principi per intavolare le negoziazioni tra il Tesoro e Unicredit. Chiediamo certezze e un futuro sicuro per le 22.000 persone, e quindi famiglie, che sono parte di Mps. E chiediamo forme socialmente accettabili e condivisibili nella gestione delle risorse umane». Lo ha detto al Messaggero il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.
«Governo, Ministero dell’Economia, Unicredit e Montepaschi devono lavorare in sintonia, devono essere coinvolti i sindacati dei due gruppi, come prevede il contratto e le norme di legge. L’operazione – ha sottolineato Sileoni – deve garantire delle prospettive, rafforzando il sistema bancario del Paese, ma territori, lavoratrici e lavoratori hanno, oggi, la precedenza su tutto. Se tutto ciò avverrà si potranno far risparmiare agli italiani, vari miliardi di euro addizionali per supportare la banca, oggi, purtroppo, ultima negli stress test europei».