Il Tar del Lazio: illegittima la mascherina in classe per gli under 12. «Chiederemo i danni a Conte»
No all’obbligo di mascherina per gli studenti con meno di 12 anni a scuola. Lo ha stabilito il Tar del Lazio, definendo “illegittimo”, ma solo a fini risarcitori il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) del 14 gennaio 2021. Il ricorso era stato presentato dai genitori di una bambina di 9 anni dell’Alto Adige che frequentava la scuola primaria. La coppia, assistita dagli avvocati Linda Corrias e Francesco Scifo, si è opposta all’imposizione dell’obbligo, imposto dal governo Conte, che prevedeva, per i bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, di indossare la mascherina per tutto il tempo delle lezioni in aula. I ricorrenti, si legge nel ricorso, «lamentano che l’imposizione dell’obbligo di indossare la mascherina, per tutto il tempo delle lezioni “in presenza”, sia immotivata e sia viziata da difetto di istruttoria in quanto adottata in contrasto con le indicazioni fornite dal Comitato tecnico Scientifico e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, senza fornire alcun supporto a sostegno di tale determinazione».
Mascherina in classe, parla l’avvocato Scifo
«È una sentenza storica quella del Tar, perché stabilisce che non è stata fatta alcuna valutazione di impatto preventivo. È stata una decisione illegittima. Fatta senza valutare i pro e i contro della scelta», dice all’Adnkronos l’avvocato Francesco Scifo. «La sentenza è importantissima – ha ribadito l’avvocato Scifo – perché permette il risarcimento dei danni per un obbligo che è abusivo. Quello di portare le mascherine al chiuso senza che sia stata fatta prima alcuna prescrizione o valutazione medica. Agiremo contro Conte e i suoi ministri ai sensi dell’articolo 28 della Costituzione per responsabilità personale, con volontà di dolo. Faremo un’azione collettiva per tutti gli italiani chiedendo loro i danni. Agiremo anche contro Draghi perché ha inserito la misura nel decreto legge 52/2021 e nei successivi. Ci dicano quali sono le disposizioni scientifiche che avallano la misura. La verità è che i governi se ne sono infischiati, non hanno fatto alcuna valutazione scientifica. La scelta risponde solo a criteri politici: c’è stato un eccesso di potere».