Kamala Harris, che bluff: è il vicepresidente meno amato della storia. E i dem la cancellano dai comizi
Ricordate la narrazione sulla favolosa Kamala Harris come icona della bella politica che faceva innamorare gli americani? L’ennesima balla della stampa progressista (americana e italiana).
Tg e giornali italiani hanno fatto passare sotto silenzio la clamorosa parabola discendente della vice di Joe Biden. In appena 6 mesi, secondo tutti (ma proprio tutti) gli istituti di sondaggi, è il vicepresidente meno amato della storia americana. E cioè da quando esistono i sondaggi demoscopici. Quindi dal 1970.
Numeri impietosi che riportano una media del 48 per cento di elettori profondamente deluso dall’esponente dem. Quindi l’idea di vederla in futuro come primo presidente donna è solo uno dei tanti abbagli della stampa orientata a sinistra.
Kamala Harris, peggio di lei nemmeno lo spernacchiato Dan Quayle
E che i sondaggi siano veritieri lo conferma la clamorosa “sparizione” di Kamala Harris dai comizi dei candidati dem per le cosidette elezioni di midterm.
Nessun candidato demcoratico la vuole al suo fianco ai comizi elettorali locali. Un fatto senza precedenti nella storia democratica, perchè un vicepresidente porta voti e consensi. Stavolta Kamala Harris fa eccezione.
Ecco alcuni dati. In un sondaggio Economist-YouGov condotto dal 24 al 27 luglio, la cifra di americani insoddisfatti da Kamala Harris ha raggiunto il 48 per cento. Numeri impietosi e drammatici. L’autorevole istituto Gallup ha fatto una ricerca storica: nessun vicepresidente, da Dick Cheney ad Al Gore, da George Bush a Walter Mondale. Nessuno ha avuto una performance tanto negativa nella storia a stelle e strisce. Persino lo spernacchiatissimo Dan Quayle, il vice di Bush, considerato il peggior vicepresidente della storia d’America, è riuscito a fare peggio.
«Biden le ha affidato alcuni incarichi molto difficili – immigrazione e diritto di voto – ma non si è aiutata, ha commesso alcuni errori, come non andare al confine», ha affermato il professor Larry Sabato, dell’Università della Virginia al Daily Telegraph.
«A partire da ora, penso che abbia il potenziale per fare più male che bene per alcuni di questi candidati», ha detto uno stratega democratico al sito politico The Hill. Di questo passo, l’astro nascente della politica, rischia di passare alla storia come una meteora.