La clamorosa gaffe dell’assessore Tasciotti sull’Eurovision a Roma. FdI: «Siamo all’assurdo»

28 Ago 2021 12:41 - di Liliana Giobbi
Eurovision

L’esclusione di Roma per la prossima edizione dell’Eurovision continua a far discutere. Uno schiaffo in piena regola alla Capitale. Che ancora una volta paga l’incompetenza della giunta Raggi. Clamorosa è infatti la gaffe dell’assessore allo Spot, Veronica Tasciotti. Su Facebook ha scritto: «E da oggi tutti esperti di grandi eventi, di Eurovision che il 90% delle persone non sa neanche cosa sia, di altezze e carichi dei pesi, di bid book e di impianti. Evidentemente le è sfuggita la vittoria dei Maneskin all’Eurovision. Un successo incredibile,  che ha portato la band a scalare le calssifiche di tutto il mondo.

Eurovision, Figliomeni (FdI): «Tasciotti inadeguata»

«Siamo sconcertati dal post dell’Assessore Tasciotti». Lo dichiara Francesco Figliomeni, consigliere di FdI. «Con arroganza e tracotanza, non paga dell’ennesima occasione persa per Roma, afferma che “il 90% dei cittadini non sa cosa sia Eurovision£. Peccato che questa sia la più importante competizione di musica a livello europeo. E che il sindaco Raggi, come al solito davanti alle telecamere, affermò che “Roma sarebbe stata il palcoscenico perfetto per rilanciare la sfida”. La realtà invece ha dato alla città eterna l’ennesimo boccone amaro da ingoiare».

L’esclusione è uno schiaffo alla Capitale, stop ai grillini

«Ma non possiamo stupirci di ciò se l’Assessore, davanti alle telecamere, ha fatto un’ammessione. Ha detto “sapevamo di non avere i requisiti ma ci abbiamo provato’”. Ecco dove ci ha portato il Sindaco Raggi con le sue nomine in Giunta. Invece che la competenza, si è scelto la vicinanza. L’Assessore, che gli piaccia o no, deve essere consapevole che, per il ruolo che ricopre, è la prima responsabile dell’esclusione di Roma dalla corsa per l’Eurovision. E, invece di scrivere post su Facebook, chieda scusa. Roma non merita questo binomio di incompetenza e pressappochismo. Il post non è che l’ennesima manifestazione dell’arroganza del potere degli esponenti grillini».

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