Laila morta come Luana, incastrata nel macchinario. La rabbia della Meloni: “Inaccettabile”
Si chiamava Laila El Harim, aveva 41 anni e una figlio di 4, l’operaia morta oggi a Modena, incastrata orribilmente in un macchinario. La stessa atroce sorte di Luana D’Orazio, la giovane toscana morta il 3 maggio scorso a Prato, in circostanze analoghe.
L’infortunio è avvenuto in un’azienda che produce cartoni per alimenti. La donna stava lavorando a una macchina fustellatrice. Sono in corso i rilievi dei carabinieri di Medicina del lavoro e gli accertamenti della Asl. Sul posto anche i carabinieri della stazione di Camposanto e della compagnia di Carpi. Laila risiedeva ormai da molti anni a Bastiglia e aveva iniziato da due mesi il nuovo lavoro presso l’azienda di Camposanto. Era entusiasta del nuovo lavoro. Secondo il Resto del Carlino aveva appena iniziato il turno al macchinario.
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Laila, una mamma stimata da tutti
Laila era una lavoratrice apprezzata e stimata da tutti, come si evince da alcuni post sui Social di una collega, che pochi giorni fa le aveva manifestato pubblicamente tutto il suo affetto. Si intuisce da tutte le testimonianze che era venuta in Italia 20 anni fa dal Marocco, a guadagnarsi da vivere, con enormi sacrifici e aveva saputo conquistare nel tempo la stima e l’affetto di tutti. Qui aveva trovato un compagno italiano con il quale viveva.
Ha scritto, a caldo, una collega di Laila, postando una foto delle operaie in fabbrica. «Non riesco ancora ha credere che tu non ci sia più…non ho ancora asciugato le lacrime del mio lutto e ora piango ancora .tu in questa foto con il pollice in su in segno di ok ….per dirci ancora una volta che dai problemi si esce. Tu che ora sei in un mondo migliore come ci dicono sempre…veglia su noi e salutami chi sai».