L’inviato Rai semina panico sul Covid da Tokyo. E Porro lo demolisce: “Oro in disinformazione”
Nicola Porro sul suo blog mette sulla graticola l’inviato Rai, Marco Clementi, a proporsito di un servizio da Tokyo 2020 destinato a seminare preoccupazione sul Covid. Citando un pezzo del Giornale, a firma di Claudio Romiti, si stigmatizza “la propaganda del terrore sanitario” che emerge in tv. Primatista assoluta in questo sport è la Rai, analizza Porro. Che anche da un luogo di sport che regala svago, emozioni e gioie non manca di emenare una luce tetra. Della serie: ricordati che devi morire. Questa atmosfera funerea dove incombe la “malattia” ha raffigurazione plastica in Clementi:
Propagand di terrore sanitario: la Rai nel mirino di Nicola Porro
“Spicca ancora una volta mamma Rai, la quale anche dal Giappone impone ai suoi inviati speciali di esibirsi con tanto di mascherina di ordinanza all’aperto; probabilmente con il solito intento demagogico di dare il buon esempio”, scrive Romiti. Incalza Porro: “In lizza per la medaglia d’oro sul piano della disinformazione legata al Covid spicca un inviato Rai dal Giappone: ecco cos’ha detto”, cinguetta su Twitter il vicedirettore del Giornale, che alla visione unica del virus dedica ogni giorno strali.
L’inviato Rai che da Tokyo fa “menagramo” sul covid
Ecco che l’inviato della Tv pubblica si presenta durante il servizio del Tg1 del tutto solo, all’aperto, eppure indossando la mascherina. Esagerazione. Il contenuto del suo servizio è plumbeo. Dunque il resoconto, inquietante, stigmatizza Porro : “Di Olimpiadi vi devo raccontare di altre imprese: come il nuovo record del mondo dei 400 metri femminili; dopo quello di ieri nei 400 ostacoli maschili. Vi devo raccontare però anche purtroppo il nuovo record di casi di Covid a Tokyo: pensate 4.166 positivi in un giorno, e in tutto il Paese sono 14.207, nonostante lo stato d’emergenza”, ha spiegato Clementi. Insomma, ogni spunto è buono per seminare inquietudine sui contagli.
Tokyo, servizio Rai caratterizzato da profonda afflizione
Il tutto, condito, sottolinea Porro – ma è evidente a chi segue i servizi – da un’aria cupa. E nel pezzo rilanciato da Porro le parole dell’inviato Rai vengono commentate così: “Tutto ciò, occorre sottolineare, Clementi lo ha espresso con un tono caratterizzato da profonda afflizione, dando l’idea ai telespettatori più propensi a bersi le pozioni tossiche del giornale unico del virus che queste poche migliaia di contagiati fossero quasi sulla soglia dell’obitorio”. Il che non è. Allora perché Porro parla di “medaglia d’oro in disinformazione” per la Rai? La risposta è nella analisi di Romiti. “Il Giappone, con una popolazione oltre due volte quella italiana (circa 126 milioni di abitanti contro i nostri poco più di 60 milioni), registra 15.232 morti con il Covid-19; mentre il Belpaese ha superato i 128.000 decessi”.
Dunque, senza volere affatto minimizzare le notizie di contagi proveniente da Tokyo non è neanche il caso di enfatizzarli e diffondere la porzione quotidiana di angoscia. Si tratta di inquadrare le notizie nell giusta cornice senza veicolare panico quando non ce n’è bisogno. Inoltre, specifica l’articolo: “Alla fine di questa catastrofe molto auto inflitta, qualcuno ci dovrà spiegare per quale motivo il Paese che ha imposto ai suoi cittadini le misure più restrittive registra danni ben superiori rispetto a chi tali misure ha adottato solo in minima parte”. Bella domanda.