Lo chef La Mantia: «I controlli dei green pass dei clienti spettano alle forze dell’ordine, non a noi»
«Non possiamo trasformarci noi in controllori. Non sono autorizzato a chiedere il Green Pass nè tanto meno i documenti. Spetta alle forze dell’ordine il compito di controllare i clienti al chiuso: bene i controlli a campione». Lo ha detto all’Adnkronos lo chef stellato Nicola La Mantia- Il riferimento è alle parole del ministro Luciana Lamorgese che ha sottolineato come i titolari dei locali non siano tenuti a chiedere i documenti ai clienti.
Lo chef La Mantia e il green pass
«Non chiedo il Green Pass non perché non abbia voglia, ma perché non sta a me farlo. Posso fare bonariamente una battuta a un cliente amico chiedendogli se si è vaccinato o se ha il Green Pass. Però poi sta a lui mostrarmelo. Se io lo chiedo e una persona che non conosco», rileva La Mantia, «si rifiuta di mostrarlo, magari se ne va e si crea un effetto a catena. E’ fondamentale che tutti si vaccinino ma non sta a noi verificarlo».
Dallo chef La Mantia a Vissani
Pochi giorni fa era intervenuto anche Gianfranco Vissani. «Comprendo l’importanza di vaccinarsi e del green pass. Però con queste misure si finisce per penalizzarci ancora di più. Va a finire che perdiamo anche i pochi clienti rimasti», aveva spiegato. «Erano sufficienti le misure adottate prima. E cioè si entra al ristorante con la mascherina, la si toglie per mangiare e si mantengono le distanze».
«Una penalizzazione imbarazzante»
«Introdurre il green pass, in locali come il mio che non stanno nelle grandi città o nelle localitaàdi mare, significa penalizzarli. E li si penalizza in maniera imbarazzante», aveva sottolineato ancora Vissani. «Vengono prese queste misure senza rendersi conto di come si sono ridotte le nostre attività. Servirebbe un “anno bianco”. Invece le tasse arrivano tutti i mesi».