Meloni non scommette su Draghi al Quirinale: “Nessuno lavora per averlo presidente. Nemmeno lui”
«Do per scontato che saremo uniti, non per avere per forza un presidente della Repubblica di centrodestra, ma perché se ne elegga uno super partes che faccia l’interesse del Paese». Così Giorgia Meloni in un’intervista al Corriere della Sera, a proposito del successore di Mattarella e della unità del centrodestra.
Alla domanda di Paola Di Caro: “Draghi o Mattarella per un secondo mandato?”, la leader di Fratelli d’Italia puntualizza: «Non vedo ragioni per un secondo mandato a Mattarella, che lui stesso ha giustamente escluso. Napolitano è stato un unicum. Non credo possa diventare prassi rieleggere lo stesso presidente. Draghi avrebbe di positivo che poi si andrebbe a votare, ma anche per questo non vedo lavorìo per averlo al Quirinale e non credo nemmeno che il Colle sia il suo obiettivo».
Meloni sul centrodestra: “Con Berlusconi sono stata chiara”
E sul tema dell’unità del centrodestra ribadisce la posizione di FdI: «L’ho detto anche a Berlusconi: voglio capire se il loro orizzonte è lo stesso che ho io: essere uniti per governare assieme, escludendo per il futuro altre ipotesi di maggioranze arcobaleno come l’attuale. Chiedo chiarezza per il futuro. Servono fatti. Verso FdI ci sono state alcune chiusure incomprensibili. Mai da noi».
“La polemica su Durigon? A Latina pensassero allo scandalo Concorsopoli”
Sulla polemica innescata sulle dichiarazioni di Durigon, la leader di FdI non si lascia trascinare nel polverone sollevata dalla sinistra che ha chiesto le dimissioni del viceministro leghista. «Al di là del merito sull’intitolazione del parco a questa o quella personalità, non avrei toccato due nomi come quelli di Falcone e Borsellino. Per quanto riguarda mozioni o dimissioni, mi sembra che abbiamo cose molto più importanti di cui occuparci. Per dire, la sinistra si scandalizza per la toponomastica e molto meno per i suoi dirigenti che a Latina sono coinvolti nello scandalo di Concorsopoli».
Nel corso dell’intervista, ne ha anche sull’emergenza immigrazione. «Il ministro Lamorgese, prima di definire “atto di guerra” la nostra proposta di blocco navale, faccia lo sforzo di leggerla». Quindi, la leader di Fratelli d’Italia è tornata a bocciare il green pass. «È una normativa senza senso che sta compromettendo la stagione turistica, che non aiuta a superare l’emergenza e che crea problemi di privacy». E sulla insistenza della certificazione vaccinale, Meloni chiede: «Ma l’obiettivo è fermare il Covid o vendere il vaccino? La verità è che il green pass è solo uno strumento per introdurre l’obbligo vaccinale senza assumersene la responsabilità».