Meloni ringrazia Cacciari: “Sul green pass è una voce libera e coraggiosa. Vogliono metterlo a tacere”

9 Ago 2021 20:35 - di Penelope Corrado
Meloni Cacciari
Giorgia Meloni ha dedicato un post sui Social al filosofo Massimo Cacciari, che ha espresso posizioni critiche contro il green pass. Il titolo del post pubblicato dalla leader di Fratelli d’Italia, è emblematico: “Viva le voci libere e controcorrente”.

Meloni su Cacciari: “Ora è diventato scomodo”

«L’onestà intellettuale di Massimo Cacciari – scrive la Meloni – (non di certo un “pericoloso” sovranista di destra) nel prendere posizioni scomode e controcorrente rispetto alla narrazione di sinistra e a certo mainstream su temi come la libertà o il green pass, ha messo in moto la solita macchina del fango pronta a screditare e demonizzare chiunque non si allinei alla narrazione unica.
Per questo ringraziamo Cacciari – conclude la Meloni – e tutti quei personaggi che, nonostante la gogna mediatica che sono costretti a subire, continuano a esprimersi con coraggio contro un sistema che vorrebbe mettere a tacere ogni voce libera e controcorrente».
Nel testo firmato dai filosofi Massimo Cacciari e Giorgio Agamben, il green pass provocherà «la discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B: è di per sé un fatto gravissimo, le cui conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica».
Per la loro posizione contro il governo, entrambi sono stati derisi e insultati dalle mosche cocchiere della propaganda di sinistra.

Che cosa hanno scritto Cacciari e Agamben

«Tutti – si legge nel passaggio conclusivo della lettera dei due intellettuali – sono minacciati da pratiche discriminatorie. Paradossalmente, quelli “abilitati” dal green pass più ancora dei non vaccinati (che una propaganda di regime vorrebbe far passare per “nemici della scienza” e magari fautori di pratiche magiche), dal momento che tutti i loro movimenti verrebbero controllati e mai si potrebbe venire a sapere come e da chi. Il bisogno di discriminare è antico come la società, e certamente era già presente anche nella nostra, ma il renderlo oggi legge è qualcosa che la coscienza  democratica non può accettare e contro cui deve subito reagire».

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