Mps, Meloni: «Il più grande scandalo finanziario, una banca per decenni gestita dalla sinistra»
«Non abbiamo pregiudizi ma solo come sempre il faro dell’interesse nazionale. Con una premessa: occorre che i cittadini sappiano quanto costa allo Stato il salvataggio della banca che per decenni è stata gestita dalla sinistra». Gestita «prima dal Pci e poi dai suoi eredi del Pd. Potremmo chiamarla la “cassaforte” degli scandali». Lo dice Giorgia Meloni a Mf, parlando del piano di vendita di Mps a Unicredit.
Meloni: solo in questa fase sono 15 miliardi
«Parliamo solo in questa ultima fase di almeno 15 miliardi di euro». È una cifra «pari per intenderci alla metà di una legge finanziaria!». Insomma, pretendiamo una «operazione verità» perché gli italiani sappiano di cosa si tratti e cosa ci sia dietro Forse il più grande scandalo finanziario della storia d’Italia».
L’italianità della banca
«Ora il contesto è diverso e può nascere una forte banca di sistema con proiezione internazionale», continua Giorgia Meloni. «Ma credo che il governo debba chiarire al Parlamento» parecchi punti. E cioè «se davvero lo Stato manterrà una quota in Unicredit, per il conferimento delle azioni di Mps. Penso intorno all’8%, consolidando così l’italianità della banca».
Gli sportelli meridionali
E ancora, «se davvero il marchio storico verrà mantenuto, magari valorizzato. E se ciò accadrà nel perimetro di Unicredit o se invece, come a noi appare opportuno, tornando alla naturale vocazione di una banca territoriale che abbia ancora a Siena la sua direzione centrale. Infine che fine faranno gli “sportelli” meridionali che non saranno assorbiti da Unicredit. Non abbiamo pregiudizi, ma solo determinazione nel difendere gli italiani e l’interesse nazionale».
Giorgia Meloni e i Dsp
«Un grande rammarico per una occasione persa dalla nostra Nazione». Lo scrive Giorgia Meloni in una lettera al Corriere della Sera sui Diritti speciali di prelievo (Dsp). È una emissione del Fondo monetario internazionale pari a 650 miliardi di dollari per fronteggiare i danni della crisi da Covid.
Una boccata d’ossigeno
«I Dsp non sono un prestito e non sono vincolati ad alcuna condizionalità. Sono liquidità internazionale creata in favore degli Stati membri in ragione della propria quota nel capitale dell’istituzione. All’Italia arriveranno 20 miliardi. Una boccata di ossigeno per molti Stati, con evidenti effetti positivi sull’economia mondiale, compresa quella italiana».
L’occasione persa
Il “rammarico”, sottolineato dalla Meloni, è che «né il governo, né il circuito mainstream di economisti, intellettuali e giornalisti italiani hanno colto l’occasione di rendere l’Italia centrale nella scena internazionale facendosi promotori e sostenitori di questa coraggiosa iniziativa multilaterale di contrasto alla crisi di questi anni».