Non solo Reddito di cittadinanza: dal cashback ai Pc, pure le altre mancette di Conte sono un flop
Elargizioni, incentivi, misure di sostegno. Con la firma di Giuseppe Conte hanno fatto flop pure quelli. Non c’è solo il Reddito di cittadinanza, ormai destinato a revisione. Nel pacchetto entrano anche il cashback, già giunto al capolinea; il superbonus, da rivedere sostanzialmente; gli incentivi per le biciclette; i voucher per vacanze; il bonus per i pc; gli indennizzi alle partite Iva. Ciascuno a modo suo si è rivelato un buco nell’acqua, quando non un danno.
Conte ha fatto flop pure sugli incentivi
A scattare la fotografia dello stato dell’arte è stato Il Messaggero, che al tema dedica un’intera pagina intitolata «Dal superbonus al Reddito, il flop degli aiuti» e nella quale si sottolinea che «non sarà una passeggiata uscire dall’intricato sistema di politiche di sostegno calato a terra dai due esecutivi precedenti».
Il fallimento del Reddito di cittadinanza
L’attenzione si concentra soprattutto il Reddito di cittadinanza e, in particolare, sul clamoroso fallimento delle politiche attive per il lavoro, che lo hanno reso una mera misura assistenziale, che per altro troppo spesso non è stata capace di intercettare chi si trovava davvero in povertà assoluta e di evitare di finire nelle tasche di chi non ne aveva diritto. Impietosi, poi, sono i numeri sulla sua capacità di accompagnare al lavoro. Tra coloro che lo percepiscono ci sono oltre un milione di cittadini che potrebbero lavorare. Di questi meno della metà, 400mila, cercano lavoro.
Quei bonus rimasti nel cassetto
Non va meglio, poi, sugli altri fronti. Fra le famiglie che avevano richiesto il bonus vacanze ben 850mila non lo hanno ancora utilizzato, a fronte del fatto che il beneficio scade a dicembre. Il bonus Pc, invece, proprio non è stato richiesto: metà delle risorse stanziate è rimasta inutilizzata. Il bonus biciclette si è arenato sul caos del click day e quello per la Tv, appena partito, è inciampato sui problemi tecnici della piattaforma messa a disposizione dei rivenditori, che si è impallata subito subito.
Il calvario burocratico delle partite Iva
Infine, archiviato ormai il cashback, resta il bonus per le partite Iva, ovvero l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, grazie alla quale gli autonomi duramente colpiti dalla crisi del Covid dovrebbero ricevere un indennizzo compreso tra i 250 e gli 800 euro per sei mensilità. Una misura sacrosanta, che però, ricorda Il Messaggero, si è scontrata con vincoli e burocrazia poderosi che l’hanno resa pressoché inaccessibile.