Omofobia, l’altolà della Meloni al Gay Center: «Basta fanatismi. Giù le mani da Jacobs»
«Jacobs ha il dovere di schierarsi a favore dei diritti (…)». Messa così, l’intemerata del Gay Center contro l’uomo-jet italiano, sembra un testacoda concettuale: si appella al dovere in nome dei diritti. Indizio palpabile che l’universo omosessuale ormai non chiede, ma pretende. Nel caso di specie, che Jacobs prenda le distanze da se stesso abiurando il contenuto (subito bollato come omofobo) di un suo tweet di nove anni fa, quando il campione olimpico dei 100 metri era ancora minorenne.
Sotto accusa un tweet di Jacobs minorenne
Bisogna ringraziare il cielo e chi al Senato sta cercando di bloccare il famigerato ddl Zan. Fosse già in vigore il testo sull’omotransfobia, la medaglia d’oro di Tokyo 2020 non se la sarebbe cavata con il buffetto del Gay Center. Tanto più che le campagne in favore dei “diritti” Lgbt+ vivono del sostegno dei volti noti. Tra chi lo fa per scelta e chi aderisce per convenienza, il mondo omosessuale pullula di vip. Non riuscire ad arruolarvi anche Jacobs, entrato di prepotenza nella lista dei famosi, è causa di frustrazione. Da qui la richiesta di abiura ora per allora, come se avesse un senso chiedere ad un adulto di sconfessare il se stesso del periodo adolescenziale.
La leader di FdI: «Vogliono denigrarlo»
Una follia, che però la dice lunga sull’arroganza con cui agiscono alcuni settori dell’universo omosessuale e sulla sua spasmodica ricerca di visibilità. Già, quale migliore vetrina di quella che consente di specchiarsi nel famoso di turno? Oggi quel famoso si chiama Jacobs, e questo spiega perché il Gay Center pretende da lui un incredibile autodafé. Non stupisce perciò a correre in difesa del campione italiano e ad esprimergli solidarietà sia scesa direttamente in campo Giorgia Meloni. In un post sulla propria pagina Facebook, la leader di Fratelli d’Italia ha puntato l’indice contro «diverse community di fanatici nostrani che prendono suoi post sui social privati di anni addietro per tentare di denigrarlo». Insomma, giù le mani dal campione che tutto il mondo ci invidia.