Pressing Pd-M5s-Leu: «Durigon si dimetta per la frase su Mussolini». La posizione di La Russa
«Le affermazioni di Durigon sono incompatibili con la presenza al governo». Fonti del Nazareno confermano all’Adnkronos il pensiero di Enrico Letta dopo le affermazioni del sottosegretario Claudio Durigon sull’intitolazione a Mussolini del parco di Latina.
M5S, Di Maio: «Faccia un passo indietro»
Il Movimento 5 Stelle, da parte sua, evoca esplicitamente una mozione di sfiducia: «L’Italia democratica e antifascista pretende le sue dimissioni. Altrimenti sarà inevitabile una mozione di sfiducia», afferma il presidente della commissione Giustizia Mario Perantoni. Luigi Di Maio interpellato telefonicamente dall’Ansa dice: «Durigon? Le sue affermazioni sono molto gravi, ci aspettavamo delle scuse mai arrivate. A questo punto dovrebbe fare un passo di lato».
Leu pronta a votare la sfiducia a Durigon
Leu, con il senatore Francesco Laforgia, si dice «pronta a votare la mozione di sfiducia a Durigon». Critiche anche da Italia viva. La viceministra Teresa Bellanova dice a Durigon: «Irricevibile. L’apologia di fascismo nel nostro Paese è reato. Bruttissima pagina di politica». I renziani, però, non parlano esplicitamente di dimissioni.
La posizione di Claudio Durigon
Claudio Durigon per il momento tace. Le sue ultime parole sono quelle riferite all’AdnKronos il 6 agosto: «Figuriamoci se voglio andare contro due eroi come Falcone e Borsellino. Il mio intervento, in quel contesto, con le persone di Latina, voleva solo ribadire la storia della città, che non va dimenticata».
La Russa: «Solo la destra votò Borsellino come Presidente della Repubblica»
«Da avvocato», afferma invece Ignazio La Russa, «ritengo che nessun tribunale serio potrebbe mai ritenere che la frase di Durigon possa integrare il reato di apologia di fascismo. Basta leggere le massime della Cassazione. Poi, che possa stare o non stare in un governo con il Pd e i vetero comunisti di Leu, appartiene a quello che gli dice la sua coscienza. Sulla memoria di Falcone e Borsellino, infine, basterà ricordare che solo la destra votò in Parlamento Borsellino come Presidente della Repubblica».