Reddito di cittadinanza, Zaia spiazza i grillini: «Basta ipocrisie, ecco la mia proposta»
Reddito di cittadinanza, nuovo affondo di Luca Zaia. «Non può diventare un surrogato del lavoro». Lo dice ospite di Morning News su Canale 5. Il presidente della Regione Veneto spiega la sua proposta che spiazza i Cinquestelle. Infatti smaschera gli errori e le ipocrisie dell’impostazione grillina. «Gli imprenditori che non chiedono contributi a pioggia dicono: “quanti lavoratori avete? Dieci, venti?” Ecco, datelo a noi il reddito di cittadinanza e li assumiamo. Quindi, utilizziamo le aziende per trovare lavoro a quelli che dicono che hanno il reddito di cittadinanza perché non trovano lavoro. Per tutti gli altri che hanno difficoltà a lavorare per altri motivi, continueremo con il reddito di cittadinanza. Penso alla disabilità, alla emarginazione sociale». Ma, in generale, «non può diventare un surrogato del lavoro».
Reddito di cittadinanza, Zaia in campo
«La verità è che il reddito di cittadinanza non è invenzione italiana». Funziona in altri Paesi. È innegabile che se c’è una persona ai margini della società – che ha grosse difficoltà per vivere o sopravvivere – deve essere aiutata». Se il reddito di cittadinanza, invece, «significa stare seduti sul divano ad attendere un lavoro che non arriva, qualcosa non torna. Se poi vedo le inchieste che ci sono state a livello nazionale, penso che alcuni si siano comportati bene ma molti abbiano qualche difficoltà a dimostrare un comportamento corretto».
No alla mascherina ai bambini sopra i due anni
Poi passa a un altro tema. «Non sono un esperto, ritengo però problematica la mascherina a scuola dai due anni in su. Immagino che bambini così piccoli abbiano necessità di respirare in libertà. Facciamo invece che gli adulti si vaccinano. E si crei questa immunità di gregge in modo tale che si metta in sicurezza la popolazione». Zaia commenta così il suggerimento del prof. Walter Ricciardi sull’uso delle mascherine obbligatorie anche per i bambini sopra i due anni di età. «Voglio ricordare che in tutto il Veneto in questo momento abbiamo 200 ricoverati contro i 3.400 che avevamo a dicembre. I 23 ricoverati in terapia intensiva sono sostanzialmente tutti non vaccinati».