Santori replica a Calenda: «Sei un signorotto che ha avuto una pedata». E Gualtieri arruola sardine
Continua il botta e risposta. Quel “calcio nelle chiappe” che Carlo Calenda darebbe a Mattia Santori non è andato giù alla Sardina. Che risponde: «Io mi sto candidando da indipendente volendo dare un contributo alla mia città come consigliere comunale. Che dire di un signorotto con arte e soprattutto con parte, che ha avuto una pedata (non metaforica) per arrivare dov’è arrivato?».
Santori replica a Calenda
Incalza Santori. «Un signorotto che dopo esser stato bocciato alle elezioni del febbraio 2013, viene nominato qualche mese dopo addirittura viceministro? Un signorotto che si è fatto eleggere, da iscritto, nelle liste del Pd per poi creare il suo partitino personale, dovrebbe esimersi dal dispensare consigli non richiesti. Nel mentre – conclude Santori – confido nelle pedate (metaforiche) dei romani…».
Gualteri ne approfitta
Subito ne approfitta Gualtieri, che spera di coinvolgere qualche Sardina nella sua corsa al Campidoglio. Si ispira proprio al modello di quanto avvenuto a Bologna. Un esperimento che l’ex ministro dell’Economia vorrebbe replicare nella Capitale, anche se, va detto, tra le Sardine romane un volto altrettanto conosciuto non c’è. L’importante per lui è comunque fare numero, anche a costo di mettere in campo i tristemente famosi “incompetenti”.
Che cosa aveva scritto Calenda
Ecco da cosa nasce la querelle tra Calenda e Santori. Il tutto è partito da un tweet del leader di Azione sulla candidatura di Santori con il Pd alle comunali di Bologna. Calenda ha punzecchiato anche il segretario del Partito Democratico. «Per carità Enrico Letta sono fatti vostri e non miei, ma candidare un ragazzotto senza arte né parte, che vuole darvi la sveglia e sorvegliare la vostra purezza ideologica ti sembra una buona idea? Opterei per pedata nelle chiappe (metaforica)».