Scuola, i presidi: «Termoscanner all’ingresso? Troppe code. Servono linee-bus per gli studenti»
Per il ritorno a scuola «le preoccupazioni ci sono». Lo ha detto il presidente di presidi, Antonello Giannelli nel corso della trasmissione Coffee Break su La7. «Da un lato c’è l’importanza che tutti si vaccinino, sia i dipendenti che gli studenti. Dall’altro il nodo dei trasporti. Ho ascoltato il ministro Giovannini affermare che il servizio è migliorato per fare fronte all’esigenze degli studenti. Non nascondo che su questo punto ho qualche titubanza. Ma dobbiamo aspettare la prova dei fatti».
Scuola, termoscanner a ingresso? Troppe code
«A scuola abbiamo una concentrazione di persone che non c’è in altro luogo. Potremmo avere una scuola con mille alunni che al mattino entrano tutti in dieci minuti. Se metto il termoscanner quante code creo? e quanto tempo ci devono mettere per entrare? Già questo fa capire quali sono le dimensioni del problema». Negli aeroporti « non è così, perché non abbiamo mille persone che entrano in dieci minuti. Abbiamo anche diecimila, ventimila persone che però transitano su arche temporali molto ampi. E con tantissimi varchi. Nella scuola spesso il portone è uno, quando va bene sono due. Le condizioni logistiche, strutturali e organizzative della scuola sono assolutamente peculiari».
«Servono linee bus dedicate a studenti»
«La scuola non può essere accumunata a una fabbrica, a un ufficio. Noi abbiamo proposto linee di autobus dedicate alle scuole, come si fa in molti Paesi. Bisognerebbe dedicare due, tre corse nelle fasce di orario critiche», ha aggiunto Giannelli. «Lo scaglionamento degli ingressi, poi, pone il problema dei pendolari. Chi viene da fuori rischia di tornare a casa nel pomeriggio». Poi c’è il tema delle “classi pollaio”. Per ridurle «bisogna costruire scuole con aule più grandi. Noi possiamo assumere tutti i docenti che vogliamo. Ma se non abbiamo strutture più grandi dove mettere gli studenti come facciamo? In Italia, però, non riusciamo a varare un piano edilizio per le scuole».
Scuola, «dalla politica poca attenzione»
«Ogni giorno 30 milioni di italiani hanno a che fare con la scuola. Ecco perché è così complicato risolvere certi problemi. Noi ci aspetteremmo dalla politica un’attenzione maggiore. Non è vero che è al centro delle nostre attenzioni, è al centro delle nostre parole- Ma poi a queste non seguono i fatti».