Scuola nel caos prima ancora di iniziare, Bianchi tentenna. E per il rientro in classe è tutto in alto mare
Manca pochissimo all’inizio della scuola e tutto è ancora in alto mare. Non si sa come organizzare il rientro in classe, tra norme anti Covid, alunni e test per lo screening. Ora si parla di test salivare. Da una parte il decreto legge, che cancella (ma non troppo) l’incubo della didattica a distanza. Dall’altra il protocollo d’intesa che fa acqua da tutte le parti. Alla fine dei conti, siamo ancora al punto zero.
Scuola, si inizia in presenza ma…
Il decreto legge prevede che nell’anno scolastico 2021-2022 l’attività dev’essere in presenza. E questo riguarda la scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo e secondo grado. La misura è derogabile con provvedimenti dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome. Ma esclusivamente nelle zone arancioni e rosse, solo in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità..
Scuola, il “protocollo” è solo demagogico
Poi si va nel pratico e non si trova niente. Il protocollo d’intesa? Pagine di banalità date in pasto all’opinione pubblica. Il nulla fatto inciucio. L’atto di accusa arriva da Ornella Cazzupi, dell’Ugl. Le linee del governo offendono la dignità dei lavoratori dell’Istruzione e l’intelligenza di tutti. «È un’operazione demagogica che nulla aggiunge al vuoto assoluto messo in campo in questi mesi per la scuola. Non è la gratuità o meno dei tamponi in discussione. Ma la discutibile, intera, gestione di tutta la vicenda legata al contenimento della diffusione del contagio».
I ritardi sono evidenti
Nulla è stato fatto per garantire il distanziamento né per l’eliminazione delle classi pollaio. Ancora nulla è stato fatto per dare un senso concreto ai propositi che rimangono parole nell’aria. «Come al solito toccherà ai lavoratori confrontarsi con la vita vera cercando soluzioni concrete. Qui serve smantellare le vecchie logiche di potere e realizzare quanto necessario. Cioè, una vera politica di edilizia scolastica».
Scuola, la questione dei docenti
«L’adeguamento delle strutture devono andare ben oltre le finestre aperte per garantire l’aereazione. Occorre una seria politica dei trasporti dedicati alla scuola. E soprattutto», specifia la Cazzupi, «dar vita all’immissione in ruolo di altre decine di migliaia di docenti. L’Ugl ha chiesto più volte un confronto. a questo viene costantemente e volutamente ignorato».