Sindrome afghana, Salvini avverte Draghi: «L’Italia non è il campo profughi del mondo»
Prima un incontro con gli ambasciatori di Afghanistan e Pakistan e, a seguire, un colloquio a Palazzo Chigi con Mario Draghi per affrontare i temi più direttamente legati alla ripresa. «A partire – recita una nota della Lega – da giustizia, taglio della burocrazia e delle tasse». Rinfrancato dall’incontro di qualche giorno fa con Silvio Berlusconi, da lui evidentemente decifrato come un passaggio di testimone, Matteo Salvini ha ripreso lo slancio del leader. Se non dell’intero centrodestra, almeno di quella parte che ha scelto di imbarcarsi nella “maggioranza arcobaleno“. Ma è anche vero che a preoccupare il capo della Lega è lo scenario afghano e le sue ricadute sui nostri confini colabrodo.
Salvini, Meloni e il tema migranti
In tal senso, l’inazione della ministra Lamorgese comincia a diventare imbarazzante per l’intero governo. E Salvini è il primo a sapere che non può limitarsi a criticarne l’immobilismo un giorno sì e l’altro pure senza pagare pegno. Una decisione va presa: o cambia la musica cambia o il musicante. Tanto più che in tema di immigrazione il partito di Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di fare sconti. E questo spiega perché il leader del Carroccio abbia finito per parlare di flussi migratori anche nel tour elettorale romano a sostegno di Enrico Michetti. «Nell’anno nel Covid – ha sottolineato – siamo a 40mila migranti accolti e in Africa pochissimi sono vaccinati. Stiamo portando in Italia persone che non hanno nè il vaccino nè il Green Pass e che poi scappano dai centri per migranti e girano indisturbati per il Paese».
«Accogliamo donne e bambini»
Va tuttavia precisato che, pur premettendo che «l’Italia non è il campo profughi del mondo», Salvini è tutt’altro che indifferente alla tragedia afghana. La sua ricetta è in linea con il dettato costituzionale: «Chi è a rischio della vita è giusto accoglierlo». Oltre a loro anche «donne, bambini e chi è stato nostro alleato». L’Italia, insomma, «farà la sua parte». Ma, puntualizza, «anche altri Paesi occidentali devono fare la loro». Il secondo obiettivo è la «stabilizzare la situazione lì» aiutando le nazioni confinanti affinché aiutino a loro volta l’Afghanistan. «Spero – conclude polemicamente Salvini – che nessuno voglia dialogare con i talebani assassini, come vorrebbe Conte».