Urso: «L’attacco hacker alla Regione Lazio? Una nuova guerra da combattere assieme alla Nato»
«L’attacco degli hacker alla Regione Lazio? Perché vi sorprendete? Sapete che la Nato, nell’ultimo vertice, ha equiparato gli attacchi cibernetici a quelli via mare, via terra, via cielo? E ha concluso che per fronteggiarli servirà ancora una volta il mutuo soccorso tra i vari Paesi». Lo afferma, in un’intervista al Corriere della Sera, il presidente del Copasir Adolfo Urso. Insomma, se questa è una guerra nuova per il dominio dello spazio cibernetico, va combattuta insieme com’ è sempre stato».
Adolfo Urso: bisogna intervenire su altri fronti
Secondo Urso «il guaio degli attacchi cibernetici è che non è mai chiara la fonte. Mi spiego: tu in base alla tecnologia usata dagli hacker puoi ipotizzare una provenienza. Ma il camuffamento in un campo come questo è molto più facile. Perciò bisogna intervenire su altri fronti: realizzare un perimetro di sicurezza cibernetico proteggendo al massimo reti, imprese, banche dati e realizzare il cosiddetto cloud nazionale. E poi, lo indicavamo già in quella relazione al Parlamento, si profila come sempre più necessario l’intervento del legislatore per individuare fattispecie nuove di reato, nuove aggravanti. È giusto mettere mano al codice per aggiornarlo».
La questione della cybersicurezza
Riguardo all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, prosegue: «Il decreto licenziato anche dal Senato permetterà di partire subito, colmando una grave lacuna. L’Agenzia sarà a regime con 800 dipendenti del più alto livello, presi dalla Pubblica amministrazione e poi anche attraverso gare e chiamate dirette. La resilienza cibernetica diventerà realtà con in campo le imprese, le università, la P.A. e la formazione. L’accelerazione del passaggio al digitale, dalla profilassi vaccinale allo smart working determinato dal lockdown dovuto alla pandemia, ha aumentato a dismisura il raggio d’azione del sistema cibernetico e di conseguenza la sua vulnerabilità».