Anche Prodi contro Letta: «Basta Ius soli e ddl Zan. Inizia a fare politica senza slogan»
14 Set 2021 16:33 - di Adriana De Conto
Enrico Letta ha da poco concluso la Festa dell’Unità di Bologna rilanciando in chiave elettorale i cavalli di battaglia del Pd: Ius soli e ddl Zan. «Le nostre battaglie sui diritti troveranno risultati entro la legislatura», ha promesso. Non avrebbe mai pensato il segretario dem che si sarebbe preso un liscio e busso proprio da Romano Prodi, che in un’intervista a la Stampa non ha lesinato i suoi bonari consigli. Bonari ma affilati.
I “consigli” di Prodi a Letta: lo Ius soli non porta voti…
Le battaglie di bandiera non ti porteranno un voto, gli manda a dire il fondatore dell’Ulivo, che di Letta è stato uno dei padri politici. Prodi gli ha suggerito di rimpolpare un po’ il proprio repertorio. Basta con Ius soli e ddl Zan. Ci sono anche i temi sociali. Temi quasi del tutto evitati nel discorso di chiusura. L’ex premier in un colloquio con la Stampa manda al suo “allievo” un messaggio chiaro. Inizi a fare politica, andando oltre le bandierine e gli slogan: «Se il Pd deciderà di spingere per una politica di forte rivendicazione dei diritti sociali (lavoro, scuola, salute, casa) i voti pioveranno», avverte speranzoso Prodi. Che fare allora dei temi-bandiera, dei diritti individuali, su cui si sta concentrando caparbiamente Letta?
Prodi a Letta: “Basta ius soli e ddl Zan, ci sono anche i temi sociali…”
«L’affermazione dei diritti individuali avviene solo se esiste una rete sociale», è stata la replica di Prodi al quotidiano torinese. Sottotesto: il ddl Zan o lo ius culturae vanno bene, ma non portano voti. Un certo fastidio per l’ossessiva ripetitività di Letta sui due temi di riferimento era emersa anche tra i suoi. Non dimentichiamo che Letta ha tredici correnti al suo interno; che in molti non vedeono l’ora di celebrare il congresso per incoronare Bonaccini segretario. Il problema, fa però notare un senatore dem in un retroscena del Giornale, è che «stiamo costruendo la campagna elettorale su un bluff: né il ddl Zan né tanto meno la legge sulla cittadinanza hanno i numeri per essere approvati in Parlamento. E non perché lo dice Salvini, ma perché non siamo stati in grado di costruire attorno ad essi alcuna intesa parlamentare, necessaria per portare a casa le riforme». Insomma, glielo dicono pure i suoi: Letta cambia disco.
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