Cannabis a casa, il medico di San Patrignano: «La legge è una stupidata pericolosa, va fermata»

8 Set 2021 19:43 - di Federica Parbuoni
cannabis casa

Una «pericolosa stupidata», che non fa «un bel servizio ai giovani». Antonio Boschini, il medico di San Patrignano, boccia l’approvazione in commissione Giustizia alla Camera del testo base per consentire la coltivazione della cannabis in casa. «Non ne vedo il motivo, da qualunque lato io guardi la cosa, e oltretutto considero questa apertura un innesco a rischio per tanti, tantissimi adolescenti che qui arrivano per lo più dalla marijuana mischiata all’alcol», ha chiarito Boschini, che a nella comunità è entrato da ospite e poi vi è rimasto per dare una possibilità a tanti ragazzi come lo è stato lui, ormai 40 anni fa.

Nessuna giustificazione valida per la coltivazione della cannabis

Intervistato dall’Adnkronos, Boschini ha ironizzato sul fatto che il testo prevede la possibilità di coltivare in casa fino a quattro piantine femmine, quelle che producono l’influorescenza che contiene il Thc. «Non c’è nemmeno la parità di genere», ha scherzato, per poi tornare serissimo nel parlare del provvedimento. «Che la motivazione sia per uso terapeutico o ricreativo, comunque non sono d’accordo. Chiunque la può fumare, se così stanno le cose, spero vivamente che qualcuno si opponga», ha detto, sottolineando che «è un errore che non capisco che vantaggi porterebbe». L’opposizione al teso, in realtà, è già iniziata: FdI, Lega e FI hanno votato contro in Commissione, promettendo battaglia in aula.

Non combatte il traffico e fa pensare che non faccia male

Secondo Bianchini, inoltre, non è affatto vero che una normativa del genere rappresenterebbe un colpo per la criminalità, come sostengono Pd e M5S che con i loro voti hanno approvato il testo base. «Non eliminerebbe nemmeno il traffico dello stupefacente, non ne trovo il senso. La cannabis – ha aggiunto – rischia di poterla coltivare in questo modo anche un minorenne ed è già conclamato come negli adolescenti porti danni cerebrali. Concreto è poi – ha proseguito – il rischio che, diventando di fatto legale la coltivazione, si pensi che non faccia male».

Il medico di San Patrignano: «Bisogna fermarla»

Bianchini, sulla base del suo lavoro di medico nella comunità terapeutica più famosa d’Italia, ha sottolineato che «una persona che accetta di alterarsi con una droga per piacersi di più, per essere più socievole o più rilassato, più facilmente di un’altra userà altre droghe». «Spero che questa cosa verrà impugnata da qualcuno. In comunità abbiamo una banca dati fatta su 25mila persone che ci dice che la cannabis è sempre la prima droga con l’alcol, è con queste che gli adolescenti si stordiscono. Non credo che questa legge aiuti, non facciamo – ha concluso – un bel servizio ai giovani dando loro questa opportunità».

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