Casa è sacra, no di Berlusconi a nuove tasse: non resteremo in un governo che vanifica i sacrifici dei cittadini
Il no di Silvio Berlusconi a qualsiasi ipotesi di intervento fiscale sulla casa. Sul catasto, riformulazioni e altre tasse, è netto. Fermo. Inequivocabile. E si aggiunge a quello di Matteo Salvini in conto Lega. E, per l’opposizione: a quello di Giorgia Meloni in quota Fdi. «Vi sono alcuni punti fermi che caratterizzano la nostra partecipazione a questo governo, proprio nell’ottica di favorire la ripartenza», ha esordito il leader di Forza Italia affrontando l’argomento con toni definitivi. «Uno dei più importanti è il nostro deciso no a qualunque forma di patrimoniale e di ogni altra forma di tassazione che colpisca la proprietà immobiliare».
Berlusconi, la casa è sacra: no alla tassa sulla proprietà immobiliare frutto di sacrifici
Il padre nobile di FI lo afferma forte e chiaro in un intervento pubblicato questa mattina su Il Giornale. Un monito che arriva dritto al cuore di un dibattito aspro e controverso, che vede soprattutto le sinistre – con il Pd a guida Letta in testa a tutti – insistere per l’odiosa tassa da rinfilare in seno alla riforma fiscale che il governo sta delineando tra mille difficoltà e polemiche. E allora: «Tassare la proprietà immobiliare – sottolinea il Cavaliere – significa tassare non un reddito, ma un patrimonio già tassato al momento dell’accumulo. Chi ha comprato una casa lavorando per tutta la vita è già stato pesantemente colpito dalle imposte che hanno eroso una parte importante di quanto guadagnato. Imporre un nuovo prelievo sui frutti del suo lavoro – aggiunge Berlusconi indignato almeno quanto determinato – è profondamente ingiusto».
Da Berlusconi un no, fermo e chiaro, ad un aggravio delle imposte sulla casa: è «inaccettabile»
«Per questo, prosegue l’ex premier azzurro, «abbiamo detto un convinto no alla revisione degli estimi catastali: se fosse un’operazione neutra dal punto di vista fiscale non avrebbe alcuna utilità. E, soprattutto, nessuna urgenza. Se invece si traducesse in un aggravio delle imposte, come presumibilmente accadrebbe, sarebbe per noi totalmente inaccettabile». La casa, per le famiglie italiane, rileva ancora l’ex presidente del Consiglio, «è il primo degli investimenti. La prima casa, in particolare, è spesso il frutto dei risparmi di una vita o addirittura di più generazioni. È il luogo anche simbolico della stabilità. Della sicurezza. Della continuità familiare. Dell’attaccamento alle proprie radici. Per questo ho detto più volte che per noi la casa è sacra».
Le politiche sulla casa di FI: dall’abolizione dell’Imu ai provvedimenti per piccoli investitori e inquilini
E ancora, ribadisce Berlusconi dalle colonne del Giornale: «Non potremmo mai accettare una politica che penalizzasse la casa o l’investimento immobiliare. Al contrario, solo noi negli anni in cui abbiamo governato, abbiamo assunto una serie di politiche coerenti a favore dei proprietari di case. Voglio ricordare l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e altri provvedimenti di cui hanno beneficiato sia coloro che vivono nella casa di proprietà. Sia i piccoli investitori e, di conseguenza, anche i loro inquilini».
Berlusconi: «La casa è sacra. Non rimarremo in un governo che tassa la proprietà immobiliare»
Dunque, nonostante oggi Forza Italia e il suo leader siano impegnati in un governo di unità nazionale, al quale, torna a ribadire Berlusconi, gli azzurri hanno aderito «con senso di responsabilità e spirito costruttivo. Consapevoli del fatto che si tratta di una soluzione eccezionale. Basata sulla convergenza fra forze politiche che sono culturalmente molto distanti fra loro. E destinate a tornare a contrapporsi quando le circostanze saranno tornate alla normalità», la direzione che Forza Italia ribadisce di voler portare avanti sulla riforma fiscale che inerisce alla proprietà immobiliare è quella dello stop a nuove tasse. E dei paletti alla revisione degli estimi catastali. Punti fermi che, se da un lato spiega il Cav al quotidiano diretto da Minzolini, «caratterizzano la nostra partecipazione a questo governo, proprio nell’ottica di favorire la ripartenza». Dall’altro, virano in direzione di sgravi e incentivi.
«Dalla crisi non si esce colpendo il risparmio degli italiani. Né sottraendo risorse al mercato immobiliare»
Sgravi e incentivi che, sottolinea Berlusconi, «sono la strada da seguire per ridare fiato ad un settore che ha pagato la crisi a carissimo prezzo. Naturalmente siamo persone responsabili, sappiamo che è necessario tenere conto delle compatibilità finanziarie in un momento così difficile. Sappiamo però anche che dalla crisi non si esce colpendo il risparmio degli italiani. Né sottraendo risorse al mercato immobiliare». Al contrario, aggiunge il Cav, «dobbiamo usare una quota importante delle risorse disponibili per ottenere diversi obbiettivi coerenti tra loro».
No alle tasse sulla casa, sì al rilancio del settore: diversi gli obiettivi da perseguire
Ossia: dare respiro ad un settore essenziale dal punto di vista dell’occupazione e dell’indotto. In grado di fare da volano alla crescita. E garantire chi ha investito nella casa, soprattutto nella prima casa. Da ultimo – conclude Berlusconi – ampliare l’offerta abitativa per favorire la nascita di nuovi nuclei famigliari spesso oggi osteggiata proprio dalla difficoltà di trovare casa a condizioni ragionevoli. Dunque un obbiettivo economico. Sociale e civile al tempo stesso. Vale la pena di perseguirlo, anche facendo qualche sforzo in più. Nel governo, lavoriamo anche per questo». E a buon intenditor…