Caso Amara, il Csm licenzia la segretaria di Davigo. Il difensore: “Atto illegittimo e nullo”

23 Set 2021 11:45 - di Paolo Lami
PIETRO_AMARA

È stata notificata ieri sera tardi la decisione del Consiglio superiore della magistratura di licenziare l’ex-segretaria di Piercamillo Davigo, Marcella Contrafatto, sotto inchiesta a Roma per la vicenda della diffusione di verbali secretati degli interrogatori resi da Piero Amara ai magistrati milanesi.

“In tarda serata ci è arrivata la comunicazione formale del provvedimento di licenziamento” dice, all’Adnkronos, l’avvocato Riccardo Bolognesi, difensore della Contrafatto, definendo il provvedimento “illegittimo, nullo e inefficace”.

L’avvocato annuncia già l’intenzione di impugnarlo, precisando che la decisione sarà presa dopo avere contattato la sua assistita.

“Cosa facciamo lo comunicherò o lo comunicheremo dopo avere incontrato la mia assistita. Quando c’è un provvedimento di licenziamento ci si rivolge al Tribunale in quanto giudice del lavoro per farlo annullare, visti i vizi procedimentali che secondo me sono tranchant”.

”Ma a quanto pare è solo il mio punto di vista – aggiunge il legale – perché il provvedimento di licenziamento non tiene in nessuna considerazione i rilievi che ho fatto, né sulle garanzie procedimentali né sul fatto che non c’è stato consentito di esaminare la documentazione in loro possesso“, spiega adombrando una lesione del diritto di difesa.

Ieri pomeriggio la riunione del plenum del Csm per decidere sul licenziamento della ex-dipendente di palazzo dei Marescialli che aveva inviato al Fatto Quotidiano e a Repubblica i verbali dell’ex-consulente legale dell’Eni, Piero Amara, era stata sospesa e, in gran parte, segretata.

Nel corso della breve parte pubblica della seduta l’avvocato Bolognesi era intervenuto per denunciare i vizi del procedimento disciplinare a carico di Marcella Contrafatto, che invece non aveva voluto rilasciare alcuna dichiarazione al Csm.

“Il procedimento disciplinare e l’eventuale sanzione che dovesse concluderlo a mio avviso è nullo per violazione di alcune norme imperative“, aveva detto il legale, tra cui quelle del testo unico sul pubblico impiego, “per non avere dato un preavviso di almeno 20 giorni per l’audizione in contraddittorio in sua difesa dopo la consegna della contestazione disciplinare, anzi convocandola il giorno dopo. Questo è un vizio non sanabile“.

“Si potrebbe restituire il procedimento a quella fase iniziale, rinnovando la contestazione disciplinare e concedendo i termini, ma dopo averlo posto in quiescenza, e riaprirlo correttamente”, la richiesta del difensore, che aveva poi chiesto in subordine un rinvio della decisione “rispetto a un’alluvione di documenti mandati a dir poco in modo irrituale a disposizione dei difensori”.

“Sono amareggiata e delusa: mi hanno licenziato ritenendo che sia io la famosa postina dei verbali di Amara sebbene dagli atti emerga una verità diversa – dice Marcella Maria Contrafatto attraverso il suo difensore l’avvocato Alessia Angelini. – La ritengo una gravissima ingiustizia e mi difenderò in tutte le sedi giudiziarie”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *