Covid, sì al vaccino in gravidanza. E dal quarto mese e in allattamento è «raccomandato»
Vaccino anti Covid «raccomandato» per le donne in gravidanza dal quarto mese in poi e per quelle che stanno allattando. È quanto prevede una circolare del ministero della Salute, che punta a fare chiarezza su un tema particolarmente delicato e rimasto a lungo in un’area di incertezza, ma segnato anche da recenti drammatici casi di cronaca che lo hanno imposto come urgente.
Sì al vaccino anti Covid in gravidanza e allattamento
Ora una circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale della Prevenzione, Giovanni Rezza, spiega che «si raccomanda la vaccinazione anti Sars-CoV-2/Covid-19, con vaccini a mRna, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre». Più cauta invece l’indicazione sul primo trimestre relativamente al quale «la vaccinazione – chiarisce la circolare – può essere presa in considerazione dopo valutazione dei potenziali benefici e dei potenziali rischi con la figura professionale sanitaria di riferimento». «La vaccinazione anti Sars-CoV-2/Covid-19 è altresì raccomandata – prosegue il documento – per le donne che allattano, senza necessità di sospendere l’allattamento».
Le evidenze «crescenti su efficacia e sicurezza»
Queste raccomandazioni su vaccini anti-Covid, si legge ancora nella circolare, arrivano «in considerazione dell’attuale scenario epidemiologico e delle crescenti evidenze sull’efficacia e sicurezza della vaccinazione in gravidanza sia nei confronti del feto che della madre, in linea con l’aggiornamento del documento “Indicazioni ad interim su vaccinazione contro il Covid-19 in gravidanza e allattamento”, a cura di Iss-Itoss», l’Istituto superiore di sanità-͛Italian Obstetric Surveillance System.
Gli studi che fanno chiarezza sul rapporto rischi-benefici
A ritardare l’emanazioni di circolari in questo senso era in particolare l’assenza di dati specifici, poi arrivati con il passare dei mesi. Gli studi più recenti hanno mostrato come il rapporto rischi-benefici propenda nettamente per la vaccinazione, considerando come di contro la gravidanza rappresenti un fattore di rischio specifico ed elevato in caso di malattia. Una realtà che, purtroppo, in Italia è stata misurata anche sui drammatici casi di cronaca di donne incinte non vaccinate morte dopo parti indotti e a gravissimo rischio anche per i bambini. Recentemente anche la Germania ha adottato una circolare simile a quella italiana.