Draghi vuol dire fiducia: il governo la mette 4 volte in 48 ore. Meloni: «Parlamento umiliato»
Un “fiducificio” più che un Parlamento. Sicuro: quattro questioni di fiducia in 48 ore è roba da Guinness dei primati. Un record quasi insuperabile, come il famoso tonno della pubblicità. Ma Mario Draghi lo fissa in tutta scioltezza. In effetti fa quel che vuole. La “libera” stampa è tutta con lui e guai a chi stecca nel coro. La quarta richiesta riguarda il maxi-emendamento al decreto legge di riforma del processo civile. Il ministro D’Incà l’ha appena posta al Senato. Poco prima era toccato alla Camera dare il via libera alla fiducia chiesta dal governo. Questa volta sul decreto Green Pass comprensivo anche di scuola e trasporti. Scontato l’esito: hanno infatti votato a favore 413 deputati, 48 i contrari e un astenuto.
Ciriani: «A questo punto chiudiamo il Senato»
Le altre due, informa Luca Ciriani, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama, riguardano la giustizia penale. Va da sé che di fronte ad una situazione del genere gli spazi e la libertà stessa dell’opposizione risultano a dir poco compressi. «A questo punto meglio chiudere il Senato e far fare tutto al governo», è la provocazione (mica tanto) di Ciriani. «Siamo – accusa l’esponente di FdI – alla fiducia generalizzata, sempre e per tutto, su decreti e legge delega. I tempi per discutere non ci sono non per colpa del Senato, ma perché il governo mette fretta».
La leader di FdI: «Fiducia ormai su tutto»
Ancor più duro è il commento di Giorgia Meloni. La leader dei Fratelli d’Italia commenta la notizia della nuova votazione richiesta da D’Incà mentre è impegnata in un’iniziativa politica al Municipio III di Roma. «In 48 ore – dichiara – il governo italiano chiede quattro voti di fiducia su argomenti sensibili come la giustizia penale e civile e il Green pass. Il Parlamento è mortificato. L’opposizione non è in grado di dire la sua, una deriva davvero preoccupante per la nostra democrazia».