Elezioni in Russia, il partito di Putin ha conquistato i due terzi del Parlamento
Veleggia verso il previsto successo il partito Russia Unita del presidente Vladimir Putin alle elezioni parlamentari che si sono svolte nel Paese dove ora è in corso il conteggio dei voti.
Il Partito di Putin ha già annunciato di aver conquistato oltre i due terzi dei seggi della Duma, il parlamento russo. E commentando i risultati ancora provvisori, il segretario del Consiglio generale del partito, Andrei Turchak, ha spiegato che sono stati conquistato almeno 315 seggi sui 450 a disposizione.
La Costituzione russa permette di emendare la Costituzione con una maggioranza dei due terzi.
Secondo la Commissione elettorale, Russia Unita ha raccolto il 49.42 per cento dei voti di lista, che eleggono la metà dei deputati della Duma in Russia.
Il risultato è frutto dello scrutinio dell’80,1 per cento dei voti, ha reso noto la Commissione elettorale centrale.
Il Partito comunista è al secondo posto del gradimento dell’elettorato con il 19,28 per cento, i Liberaldemocratici al 7,55.
Il Partito di Russia Giusta al 7,3 per cento e Nuovo popolo, il quinto partito entrato alla Duma.
“Russia, Russia!” e “Siamo la squadra di Putin“, hanno gridato i sostenitori del presidente per le strade di Mosca, nonostante la pioggia, sventolando le bandiere del partito al potere.
L’esito delle elezioni è stato un “giorno di festa”, ha commentato il sindaco della capitale, Sergei Sobyanin.
Putin non si è recato al quartier generale della campagna a Mosca perché è in autoisolamento dopo che decine di persone del suo entourage sono risultate contagiate dal coronavirus.
L’opposizione che ruota attorno all’attivista Alexei Navalny ha parlato di brogli elettorali, segnalando diffuse violazioni.
Secondo l’agenzia di stampa Interfax, i funzionari elettorali hanno ricevuto almeno 750 denunce di brogli durante il voto, mentre gli osservatori indipendenti dell’organizzazione Golos hanno elencato migliaia di irregolarità a livello nazionale, la maggior parte documentate con fotografie e filmati.
Ieri, ultimo giorno delle legislative, i sostenitori di Navalny hanno accusato Google di aver bloccato i link di accesso ai Google Doc utilizzati dal movimento dell’attivista per diffondere la lista di candidati anti-Cremlino.